Gli “affanni” del Servizio Sanitario Nazionale

Gli “affanni” del Servizio Sanitario Nazionale

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Il Centro di via Ramazzini vive giorni difficili. Famiglie e sindacati denunciano "uno scaricabarile tra regione Lazio e Croce rossa", con "assistenza negata" per le persone disabili che ci vivono. Manca il personale, appena consegnate 25 lettere di licenziamento per altrettanti operatori

ROMA – Con l’attenzione dei media polarizzata su "mafia capitale", a Roma fa poco clamore in questi giorni quanto sta succedendo in via Ramazzini al Cem, Centro di educazione motoria della Croce rossa italiana, nel suo travagliato passaggio di gestione all’azienda sanitaria regionale. Mura della Cri che ha dato in gestione i servizi dal 2013 all’Als Roma D, dipendenti della Cri. E un rimpallo delle responsabilità di cui fanno la spesa i lavoratori (a 25 di loro è stato comunicato di non presentarsi al lavoro nella giornata di ieri, e sono seguite le lettere di licenziamento) e i disabili, 41 dei quali residenziali gravi e gravissimi. Nei giorni scorsi, senza i 25 operatori, al Cem è stato "un disastro", come ci raccontano i genitori, tra cui c’è chi ha fatto un esposto al Prefetto per la grave situazione. I presenti parlano di turni falsati per coprire le assenze ("hanno scritto nei turni i nomi di due persone che sono in maternità, e persone che usufruiscono della legge 626 che non possono sollevare i ragazzi, e risultava perfino chi aveva appena staccato dal turno di notte").

"Se la gente comune venisse qui dentro, farebbe la rivoluzione" dice Maria Cidoni, mamma di Barbara. "La nostra battaglia è che i figli vengano alzati, lavati, che mangino". Richieste tutt’altro che scontate, perché si propone perfino, viste le ristrettezze di personale, di lavarli un giorno sì e uno no, ed è difficile per pochi operatori riuscire a far mangiare in tranquillità tante persone non autosufficienti che hanno bisogno di essere imboccate. Ieri una ragazza che avrebbe dovuto fare un esame all’ospedale non ha trovato nessuno che laaccompagnasse. Alcuni genitori hanno trovato il proprio figlio con addosso la biancheria di un altro, mentre i panni mandati all’esterno a lavare tornano "distrutti", o non tornano affatto. E qualche mamma si porta a casa, per lavarla, anche la biancheria di altri utenti.

L’impressione di fondo è che il Cem sia in mezzo al fuoco incrociato di Croce rossa e Regione. C’è perfino chi ipotizza che si possa trattare di una rappresaglia della prima per la mancata ri-assegnazione del servizio di 118 per il Lazio.

"Ma chi ci va di mezzo siamo noi", dice la mamma di Barbara, che su Facebook descrive la situazione del Cem di ieri mattina: "L’atrio era invaso dai lavoratori licenziati (…). Mi sono sentita stringere il cuore a vedere quelle persone che per anni si sono dedicateall’assistenza dei nostri ragazzi e, improvvisamente, sono stati buttati fuori senza nemmeno una parola da parte del loro datore di lavoro, proprio quella Croce rossa italiana che va in tutto il mondo ad aiutare i vulnerabili, la stessa Croce rossa che questa mattina ha negato l’assistenza ai nostri figli disabili. Ieri sera in fretta e furia, senza nemmeno aver preparato, nei giorni precedenti i licenziamenti, uno schema per la copertura dei turni, hanno fatto una "programmazione" a cui non riesco nemmeno a dare una definizione. Sono andata a verificare le coperture dei gruppi e ho trovato una situazione disastrosa, gruppi di dieci ragazzi gravissimi con una sola persona che doveva alzarli, lavarli e assisterli".

Alla ricerca di senso. Intanto oggi sono stati chiamati i lavoratori interinali, a supplire i licenziati. "Che senso ha tutto questo?" si chiede Maria Cidoni. "Licenziano personale esperto per chiamare interinali che costano molto di più e che non hanno la stessa esperienza dei nostri operatori. Ma perché licenziano i nostri operatori per assumere, il giorno dopo, altre persone?". Intanto è previsto per martedì 9 dicembre un incontro in Prefettura proprio sulla questione dei licenziamenti dei lavoratori del Cem.

Appello della Cgil a Zingaretti. Sulla vicenda interviene con durezza, attraverso una nota, Roberto Giordano, segretario della Cgil di Roma e del Lazio: "Ci sono dei momenti in cui la politica deve intervenire per fare pulizia di quel ciarpame che fonda sullo scaricabarile delle responsabilità la sostanza della propria azione. Stiamo parlando della vicenda del Cem, centro di eccellenza per la cura di gravi patologie invalidanti e permanenti, che da ieri vede licenziati 25 lavoratori e messa in discussione la propria capacità d’intervento". Prosegue: "Con tale determinazione il centro diventerà d’internamento e non più di cura e sostegno. I lavoratori hanno risposto con l’autogestione, con il pieno sostegno delle famiglie degli utenti. Chiediamo formalmente al presidente Zingaretti di intervenire politicamente, anche per rendere giustizia dei comportamenti inqualificabili della Cri provinciale e della Asl D, per ridare un senso compiuto all’intervento sanitario sul nostro territorio e piena dignità a tutte le istituzioni coinvolte, partendo dal rispetto e dalla tutela delle fasce più deboli della popolazione".

Fonte: Superabile.it

10/12/2014