Non si ferma la mobilitazione di sindacati e associazioni contro il taglio previsto nella legge di stabilità in via di approvazione al Senato, che modifica anche i criteri di ripartizione delle risorse: "A rischio la gran parte dei patronati". Inca Cgil in piazza a Roma. Bettoni (Anmil): "Sarà un boomerang sulla spesa pubblica"
ROMA – Ancora proteste per il taglio deciso dalla legge di stabilità ai patronati. Mentre in Senato riprende l’esame della norma che dovrebbe arrivare in aula nella giornata di giovedì per poi tornare in modo fulmineo alla Camera per l’approvazione definitiva, non si ferma la mobilitazione di sindacati e associazioni che chiedono al governo e al parlamento di rivedere nuovamente le norme previste per i patronati.
In origine il governo aveva previsto un taglio da 150 milioni di euro sul Fondo per i patronati, che può contare su circa 430 milioni di euro annui. Un emendamento approvato alla Camera ha dimezzato l’importo del taglio, che da 150 milioni è passato a 75 milioni, ma ha anche introdotto nuove disposizioni che cambiano il quadro della situazione nazionale. Al momento sono 28 i patronati nazionali ammessi alla ripartizione del Fondo, ma i criteri più stringenti previsti dalla norma rischiano di far restare senza alcun contributo almeno 18 di questi patronati. Per avere i contributi infatti bisogna operare in un numero minimo di province o di regioni, avere sedi anche all’estero e soprattutto aver gestito per almeno due anni consecutivi un numero di pratiche – sul totale di quelle evase dai patronati – pari al 2,5%. Una norma che taglierebbe fuori appunto quasi una ventina di patronati.
Una delle associazioni interessate è l’Anmil, il cui presidente Franco Bettoni fa notare le tante "perplessità e contrarietà" manifestate da deputati e senatori nei confronti delle "affrettate norme di riordino e di spesa per gli Istituti di Patronato". "Patronati come il nostro – spiega il presidente Bettoni – svolgono attività specifiche e specializzate per le vittime di infortuni sul lavoro e di malattie professionali, mettendo a frutto un know-how accumulato ed implementato in 70 anni di esperienza sul campo, al servizio di centinaia di migliaia di iscritti e non iscritti. Un taglio finanziario lineare potrebbe rivelarsi un boomerang sulla spesa pubblica, con ricadute negative in termini di costi e di efficienza per gli Enti pubblici competenti. Una riforma affrettata in termini di dimensioni e di competenze potrebbe risultare ingiusta e dannosa". Secondo Bettoni la materia, "complessa e delicata", è tale da "richiedere un approfondimento legislativo attento, fuori dal concitato momento dell’approvazione della manovra di bilancio dello Stato".
Oggi l’Inca Cgil a Roma scende in piazza per un presidio al Pantheon, per protestare contro il taglio che rischia di portare alla "cancellazione del diritto alla tutela previdenziale e socio-assistenziale gratuita assicurata dal sistema patronati a favore di tutti i cittadini".
Fonte: Superabile.it
16/12/2014