E’ di questi giorni la pubblicazione da parte dell’INPS, all’ interno delle c.d Iniziative Welfare, del nuovo bando Home Care Premium, la cui scadenza è fissata per il 27 febbraio prossimo.
Questo progetto, rivolto esclusivamente ai dipendenti e pensionati pubblici in condizione di non autosufficienza, nonché ai loro coniugi conviventi e familiari di primo grado che versino nella medesima condizione, vuole valorizzare l’assistenza domiciliare intesa in senso ampio, attraverso un fattivo supporto economico.
Si tratta infatti di un contributo monetario erogato su base mensile, dal 1 marzo al 30 novembre 2015, atto ad agevolare la cura a domicilio del beneficiario. L’importo varierà da soggetto a soggetto, poiché parametrato sui dati della dichiarazione DSU / ISEE presentata in sede di domanda.
La novità più importante rispetto ad iniziative precedenti, riguarda l’estensione della platea di coloro che possono accedere al progetto. Vengono ora incluse anche quelle persone che non potendo essere adeguatamente supportate presso la loro abitazione, si trovino ospitate presso strutture residenziali.
Vi è poi un secondo aspetto con caratteri innovativi , ma ahimè, al momento, non altrettanto positivi: l’ISEE. Senza addentrarsi in questa sede in analisi approfondite e rilievi critici, è bene sapere che viste le difficoltà segnalate all’Ente Previdenziale nell’applicazione della nuova disciplina in materia, e conseguentemente nell’ottenimento del nuovo ISEE socio – sanitario, è stato reso noto tramite avviso pubblicato sul sito istituzionale che sarà possibile presentare semplicemente il nuovo ISEE ordinario, senza che ciò comporti irricevibilità o esclusione della richiesta di contributo.
Restano fermi invece tutti gli altri requisiti, a cominciare dalla modalità di inoltro, il quale potrà avvenire esclusivamente per via telematica, attraverso la piattaforma presente sul sito web dell’ Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, utilizzando le credenziali facilmente richiedibili al medesimo.
In chiusura, pur sottolineando nuovamente la validità di questa iniziativa, preme evidenziare quelle che si ritengono due pecche di non poco conto. Innanzitutto il fatto che questa opportunità riguardi solamente i dipendenti pubblici e loro congiunti. Pur sapendo che l’erogazione di prestazioni sociali in favore dei dipendenti,dei pensionati pubblici e dei loro familiari, rientra tra gli scopi istituzionali dell’ Ente Previdenziale (D.M. 463/98) e che i fondi dell’HCP sono costituiti in larga parte dai contributi previdenziali ex Inpdad dei lavoratori pubblici, la scelta di escludere in toto gli appartenenti settore privato appare difficilmente comprensibile, soprattutto in un periodo di feroce crisi economica come quello che stiamo attraversando.
La disabilità è difficile da sostenere in egual misura, non fa distinzioni tra pubblico e privato; il rischio di avere cittadini di serie A e di serie B è davvero forte.
Di una categoria inferiore sembrano altresì essere, in questo frangente, i lavoratori pubblici il cui contratto non sia a tempo indeterminato (si pensi ad esempio al settore della scuola). I precari infatti sono esclusi ab initio, non possono presentare domanda per accedere ad Home Care Premium nemmeno pro quota per i mesi in cui prestano servizio.
Pensando a quanto diffuso sia, in Italia, il fenomeno del precariato e quanto ogni intervento di sostegno sia importante soprattutto in presenza di soggetti definiti tecnicamente deboli, l’esclusione di cui sopra risulta a dir poco contraddittoria.
Si spera che chi di competenza possa e voglia, in un futuro, non troppo lontano, porre rimedio.
Fonte: Disabili.com
20/02/2015