Secondo l’organizzazione, "l’abolizione del criterio numerico nelle procedure di assunzione ostacola i percorsi di inserimento lavorativo e penalizza le persone con disabilità più grave. Servono controlli, aumento delle sanzioni e maggiore puntualità negli incentivi alle aziende"
ROMA – Il Governo sta lavorando a un decreto legislativo sulla semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico delle imprese in materia di rapporti di lavoro e pari opportunità, in attuazione della legge 10 dicembre 2014 n. 183. I primi 13 articoli del decreto sono rivolti a razionalizzare la disciplina del collocamento mirato delle persone con disabilità (legge 68/1999). Secondo la normativa attualmente in vigore la misura di lavoratori appartenenti alle categorie dei disabili è definita in base alle dimensioni dell’impresa attraverso due criteri di assunzione, nominativo e numerico.
"Il testo del decreto, ora all’esame delle commissioni competenti di Camera e Senato, suscita molte perplessità", afferma in una nota il coordinamento CoorDown. È l’articolo 6, in particolare, a non convincere parti sociali e associazioni di settore: prevede infatti l’abolizione del criterio numerico nelle procedure di assunzione dei lavoratori disabili.
Si legge nella nota: "CoorDown, presente nell’Osservatorio nazionale sulla disabilità, ha già espresso in quella sede la propria contrarietà all’abolizione della chiamata numerica, perché ritiene che non sia quella la causa degli scarsi risultati dell’inserimento lavorativo in Italia delle persone con disabilità. Gli ostacoli sono altri, così come altre sono le politiche attive da promuovere nel settore del lavoro: più controlli sul rispetto degli obblighi previsti dalla legge, aumento delle sanzioni, maggiore puntualità nel riconoscimento degli incentivi alle aziende".
"Il decreto che il Consiglio dei ministri sta per approvare – afferma Rita Le Piane, membro del consiglio direttivo CoorDown con delega sul tema lavoro nell’Osservatorio nazionale sulla disabilità – snatura la legge n. 68/99, favorisce il collocamento lavorativo in modo discutibile e penalizza le persone con disabilità più grave. Ci auguriamo che il Governo definisca al più presto anche il futuro dei centri per l’impiego, perché la riformulazione delle linee guida per il collocamento mirato passa necessariamente per una riforma più ampia e completa del mercato del lavoro".
Fonte: Superabile.it
20/07/2015