Lettera al direttore. Parma? Poco accessibile -16/08/2011

Lettera al direttore. Parma? Poco accessibile -16/08/2011

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Accade nei territori della ridente (non più tanto) regione Abruzzo; nel periodo che va dal 27 luglio al 16 agosto (quando notoriamente tutti sono attenti e al lavoro); senza nessun preventivo accenno al mondo della disabilità (quando il caro ed empatico assessore sa che ha a disposizione fior di Disability Manager  consulenti gratis); quando, dal 1° luglio, grazie ai tagli ai fondi per i piani sociali, hanno quasi azzerato, nei fatti, l’assistenza (e, quindi, sembra e sottolineo sembra, quasi un voler riparare). Sarà un caso? Sarà una ingenuità?

Spieghiamo il fatto: la regione Abruzzo, tanto sensibile, ha  avviato un progetto “Voucher Friendly” (dubbia correttezza del titolo inglese). Di tratta di dare € 300 al mese, per 6 mesi a delle donne che si occupino della cura di disabili, anziani e non autosufficienti. Bellissima idea; è il primo pensiero. In un momento in cui non esistono più gli gli assegni di cura, si tenta almeno di rimediare. Quando poi andate a vedere nel dettaglio chi può usufruire di questa opportunità vi rendete conto che è riservata chirurgicamente solo a donne che o lavorano o, inoccupate, frequentano corsi di formazione o titolari di borse lavoro (e tutte le altre?, quelle soprattutto legate alla branda dei figli 24 ore al giorno che non hanno tempo per un lavoro dipendente e lo hanno abbandonato da anni perchè senza scelta?) , che abbiano un figlio minorenne, (e quelle che  da 34 anni sono  al capezzale scatarrando ogni mezz’ora, pulendo culi e pannoloni,  il cui figli ha avuto la sfortuna (?) di diventare maggiorenne? O meglio ancora, mogli e compagne di disabili i quali oltre ad aver avuto il cattivo gusto di diventare maggiorenni hanno perversamente proseguito addirittura con l’aberrazione di farsi una famiglia e … orrore! Dei figli?)

Ma andiamo avanti: quelle donne selezionate già in partenza, potranno avere rimborsi su spese documentate per assistenza, riabilitazione, trasporto ecc. ecc. (naturalmente anticiperanno i soldi). Alcune considerazioni: mi spiegate quale famiglia che riesce a fatica a pagarsi alcune ore al giorno di assistenza, paga i contributi regolarmente? Par mia conoscenza solo quelle ricche! Chi si paga autonomamente la riabilitazione (che oltretutto dovrebbe essere sanitaria e quindi un problema ASL) se non ha disponibilità finanziarie?

Abbiamo un sospetto, anzi ne abbiamo tanti.
Non crediamo assolutamente che si sia trattato di ingenuità, crediamo che alle spalle ci sia una regia precisa, forse inconsapevole all’autore stesso (lasciamogli almeno il beneficio del dubbio). Crediamo che la definizione chirurgica delle Selezionate e degli oggetti (forse sarebbe meglio chiamarli Enti? Istituti?, Centri?)  rimborsabili abbiano nomi e cognomi (e facevate prima a scriverceli). Come al solito si agisce di nascosto, come al solito si fanno le cose solo per “alcuni”, come al solito si prendono in giro (ma diciamolo pure: per il culo) tutti gli altri! Signori: alla luce soprattutto di quello che deve ancora accadere a settembre, della carneficina sociale che sta già avvenendo e che peggiorerà a livelli inaccettabili, abbiamo una richiesta: volete per favore rendervi conto che non è possibili continuare come bellamente fate? Volete rendervi conto che ogni azione simile diventa una provocazione?  Capiamo che per chi non ha problemi di sopravvivenza, di schiene rovinate a furia di sollevare pesi morti (i disabili), di arrivare a fine mese trascinandosi tra mille problemi e soprattutto SOLI,  di vomito per i pannoloni da cambiare e pappagalli o pale da svuotare, di piaghe da decubito da curare, di “matti” da seguire e inseguire tutto il giorno, soprattutto chi, non avendo questi problemi, manca anche di quel minimo di empatia, capiamo, dicevamo, che costoro non possono neanche rendersi conto che la rabbia intorno a loro cresce, monta come la marea, forse come lo tsunami.
Sta a me ricordarvi che uno tsunami … spazza via tutto ciò che incontra?

di Dott. Camillo Gelsumini – Disability Manager

Fonte: Dott. Camillo Gelsumini – Disability Manager

09/08/2011