PESCARA. Il carro funebre ci sarà, la banda musicale pure, e dietro alla bara sfileranno in corteo decine di carrozzine. Mercoledì mattina, a Pescara, si celebra il funerale alla disabilità, una manifestazione di protesta per dire no alla manovra del governo e ai tagli annunciati al sociale che potrebbero ridurre gli importi di invalidità civile, accompagnamento e pensione di reversibilità.
Vestiti a lutto e con gli occhiali neri, gli organizzatori si sposteranno alle 10,30 da piazza Sant’Andrea e piazza Italia e poi incontreranno il prefetto, Vincenzo D’Antuono, per spiegare il perché del malcontento e le richieste da girare ai Palazzi romani. «Siamo stati costretti a inscenare questo teatro», dice Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine determinate d’Abruzzo, già promotore di altri proteste eclatanti, «ma non può essere che in un Paese civile i calciatori scioperino e noi dobbiamo vivere con 260 euro di invalidità civile. Chi annuncia i tagli non deve fare demagogia e puntare il dito contro i falsi invalidi, bisogna pensare a tutelare chi ha diritto a queste somme, ottenute dopo 30 anni di lotte. Tra l’altro, con la riduzione di queste indennità, chi beneficia dell’assistenza dovrà farne a meno, e ne risentirà anche l’indotto». Il passaparola sul funerale alla disabilità ha già prodotto effetti: hanno annunciato l’adesione alla manifestazione alcuni parlamentari del Pd, tra cui Vittoria D’Incecco, l’assessore regionale Angelo Di Paolo e l’assessore provinciale alle Politiche sociali, Valter Cozzi, il quale sottolinea che «i tagli del governo si ripercuotono, se non oggi in futuro, anche sugli enti locali e, quindi, sui servizi all’utenza; sono d’accordo con la riduzione delle spese superflue, imprescindibile in questa fase, ma non è possibile che a pagare siano le categorie più deboli».
Fonte: Il Centro
29/08/2011
