A Parma il Salone del camper: Village for all in cerca di opinioni fra i visitatori

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Tra lei e il mare c’è un deambulatore. La legge e la poca sensibilità della burocrazia diventano due fattori insormontabili per Dania C, 36 anni, romana, residente nella zona della Casilina, disabile dalla nascita e con il vizio di amare il mare. Sì, proprio un vizio perché recandosi sulla spiaggia la salsedine ha rovinato le ruote del “girello” che lei definisce «le mie gambe». E così la Asl RmB è irremovibile: «La signora ha avuto in media un deambulatore ogni 3-4 anni – spiega la dottoressa che si occupa di questi casi nel distretto della Asl di via Rizzieri – ma se ci va al mare ne fa un uso improprio e quindi non posso consentire la sostituzione».

Ma allora c’è da chiedersi: un disabile non può godersi una giornata al mare? «La signora è libera di fare quello che vuole – è la risposta un po’ piccata – ma quello non è il presidio più adatto e sarà lo specialista a indicare quale usare per la spiaggia».

Una questione di puntiglio. Guai a denunciare i fatti all’opinione pubblica (un’accorata e-mail al Messaggero.it di Dania C.) perché a questo punto la questione diventa un puntiglio. «La signora non ha avuto l’autorizzazione per un nuovo deambulatore perché la norma prevede la sostituzione ogni 8 anni – specifica il medico con arroganza e supponenza, alzando la voce come se fosse stata disturbata – La signora ha parlato con me due volte e sembrava convinta ma se poi si è rivolta al Messaggero, a questo punto seguirò la legge a puntino. Quindi la sostituzione ci sarà ma come prevede la legge cioè ogni 8 anni». Insomma, bisogna tacere, obbedire e sopportare.

Il miraggio del deambulatore. Dania C. ha avuto invece il coraggio di denunciare quanto le è accaduto. Una denuncia che a quanto pare le si sta ritorcendo contro. «Sono disabile al 100 per cento, cammino con un deambulatore, lavoro per una grande compagnia telefonica con un contratto part time. Guadagno 800 euro al mese e dove lavoro hanno fatto i salti mortali per mettermi nelle condizioni di non trovarmi davanti a nessun ostacolo. A quanto pare il privato ragiona con il cuore ma il pubblico, e in questo caso la Asl, solo con la legge – racconta la donna. «Un deambulatore nuovo costa circa 500 euro e non me lo posso permettere. Il girello per me significa andare a fare la spesa o in ufficio, in piscina per la riabilitazione ma anche per andare al mare. Si consuma, si deteriora e la legge ne autorizza la sostituzione ogni 8 anni. Ma un normodotato si compra le scarpe nuove ogni 8 anni? Quello che ho ora è del 2007, ho presentato la richiesta per averne uno nuovo nell’ottobre scorso e poi a marzo. Ma entrambe mi sono state respinte. Perché? Agli otto anni è stata aggiunta anche la questione del mare».

Le ruote traballanti. Il girello di Dania ha una ruota che traballa e altre parti metalliche arrugginite. «Mi hanno detto che quando ne arriverà uno usato in magazzino, forse tra un paio di mesi, me lo assegneranno. Quello che mi hanno promesso è però del tipo standard. Pesa 18 chili, troppi per me che non arrivo a 50, è troppo grande e non entra in auto. E’ come se mi avessero promesso un paio di scarpe più grandi di 4 numeri – continua Dania – Ho insistito per quello più adatto a me, così come ha specificato il 2 marzo il medico specialista che ha anche certificato che quello che uso ora è rotto e pericoloso». Ma a quanto pare non c’è stato nulla da fare. «Ho parlato con la Asl, ho perso la pazienza – dice Dania -, ho anche alzato la voce perché non capiscono che senza girello non vivo».

Il direttore generale della Azienda sanitaria, venerdì mattina non era in ufficio, il direttore sanitario era impegnato in una riunione (ma nessuno però ha chiamato successivamente per informarsi). Due funzionari della direzione della Asl RmB si sono invece incuriositi alla vicenda e si sono fatti raccontare la storia. Il primo sembra più sensibile e vicino ai problemi dei disabili. «E’ vero che la legge impone gli 8 anni ma se il presidio si rompe e non si può riparare va sostituito». Il secondo è più rigido: sostituzione ogni 8 anni così come prevede la norma.

«Ma se una ruota si blocca e cado a faccia avanti?». La burocrazia non prevede che si ferisca così come la dottoressa arroccata nella sua stanza del potere a dispensare autorizzazioni. E quindi se si fa male è tutta colpa di Dania che ha il vizio di amare il mare.

Fonte: ilmessaggero.it – m.p.

Segnalato da: informadisabile.it

07/09/2011