Accordo bipartisan contro le sbarre: Posti riservati a chi deve raggiungere il Comune e non trova parcheggio

Accordo bipartisan contro le sbarre: Posti riservati a chi deve raggiungere il Comune e non trova parcheggio

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Si tratta di un imprenditore in pensione di settant’anni che risiede a Bassano Bresciano. L’Audi era nel parcheggio riservato alla compagna disabile della vittima. "Non ero in me".

CREMONA – Si è presentato dai carabinieri di Brescia a bordo della stessa Audi Q5 nera con cui aveva investito e ucciso Guido Gremmi. "Sono stato io – ha detto al piantone – Fatemi parlare col comandante". Ha chiesto un bicchiere d’acqua e ha iniziato a raccontare. "Non mi sono reso conto, quell’uomo continuava a gridare anche quando ero in macchina. È stato un attimo, ho perso il controllo e ho accelerato". Quasi ventiquattrore prima, Angelo Pelucchi, 72 anni, ex imprenditore in pensione di Bassano Bresciano, è in via Capra Plasio, a Cremona. Dopo aver lasciato l’auto nel posto riservato ai disabili, si ritrova al di là del parabrezza Guido Gremmi, il pensionato di 70 anni che inveisce contro di lui picchiando con le mani sul cofano. L’uomo non può parcheggiare la Punto nel posto riservato alla sua famiglia: la moglie di Gremmi, Bruna Dondi, 79 anni, è invalida al cento per cento. La coppia torna dalla spesa. La signora è costretta a scendere lontano da casa mentre il marito, animo combattivo da ex sindacalista, chiama i vigili e li aspetta in strada. Prima dell’arrivo degli agenti, ecco però che appare Pelucchi. L’ex imprenditore – titolare di una società finanziaria liquidata da tempo – si avvicina all’auto. Gremmi protesta, l’altro con fare indifferente sale sul Suv senza dire una parola. Un atteggiamento che indispettisce ancor di più Gremmi che inizia a battere i palmi delle mani contro il parabrezza. "Fermati, scendi" lo sentono dire alcuni testimoni. Poi in un attimo, all’angolo di via Capra, si consuma la tragedia, con l’Audi che improvvisamente avanza e travolge il pensionato. Uccidendolo. Pochi minuti prima che la moglie scendesse dal palazzo, trovandolo in un lago di sangue, già cadavere.

Mentre il Suv scompare nei vicoli poco illuminati di Cremona, due passanti riescono a prendere modello e prime lettere (EA) della targa. Testimonianze che portano la squadra mobile di Cremona, guidata dal dirigente Sergio Lo Presti, assieme ai carabinieri di Brescia a circoscrivere nel bresciano l’area di ricerca dell’uomo. Gli investigatori setacciano decine di garage alla ricerca dell’omicida, mentre la polizia municipale visiona i fotogrammi delle telecamere del centro di Cremona. Prima che siano loro a raggiungerlo, è lui che – sentitosi braccato – si costituisce, accompagnato dal suo avvocato. "È stato un attimo, non so cosa mi è scattato dentro – ha detto ai militari del comando provinciale di Brescia Angelo Pelucchi, vedovo, incensurato – non mi sono reso conto di quel che facevo". Ma per gli investigatori quello di sabato sera a Cremona, nei giorni della festa del torrone, è stato un "investimento deliberato". Dopo l’interrogatorio, durato fino a tarda notte, Pelucchi finisce nel carcere Canton Mombello di Brescia. Per lui l’accusa è omicidio volontario.

di Sandro De Riccardis (La Repubblica)

Fonte: SuperAbile

22/11/2011