Ai diritti umani i bilanci devono inchinarsi

Ai diritti umani i bilanci devono inchinarsi

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È in corso di svolgimento alle Nazioni Unite di New York la quinta sessione della Conferenza degli Stati Parte della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – in accordo all’articolo 40 del Trattato – evento sempre osservato con grande attenzione dall’intero movimento mondiale della disabilità.
In apertura della Conferenza, il presidente dell’EDF (European Disability Forum) Yannis Vardakastanis – intervenuto in rappresentanza dell’IDA (International Disability Alliance) – ha voluto ricordare quali siano i principali passaggi da superare, per arrivare a una reale implementazione della Convenzione nel mondo, vale a dire innanzitutto un maggiore impegno “in prima persona”, da parte delle Nazioni Unite e un coinvolgimento crescente delle organizzazioni di persone con disabilità.
Il presidente del Forum ha sottolineato inoltre la necessità che il Comitato ONU per la Convenzione abbia maggior tempo a disposizione, per i propri lavori, e che la Convenzione stessa divenga forza trainante sia nell’ambito degli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio” (Millennium Development Goals) – e anche oltre il 2015, termine fissato per raggiungerli – sia in riferimento alla Risoluzione sullo Sviluppo e la Disabilità (High-Level Meeting of the General Assembly on the Realization of the Millennium Development Goals and Other Internationally Agreed Development Goals for Persons with Disabilities), che ha come traguardo una giornata dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite interamente dedicata alla disabilità, il 23 settembre 2013.

In occasione della Conferenza di questi giorni, si è proceduto anche al rinnovo della metà dei membri del Comitato (nove su diciotto) e in tal senso il presidente dell’EDF si è congratulato sia con la riconfermata spagnola Ana Peláez Narváez, sia con la britannica Diane Mulligan e con l’ungherese László Gábor Lovászy, che entrano a far parte per la prima volta dell’organismo. Gli altri componenti europei di quest’ultimo – già eletti fino al 2014 – sono la tedesca Theresia Degener e il danese Stig Langvad.
Insediatosi nel novembre del 2008 e purtroppo senza rappresentanti italiani, a causa di una certa “pigrizia” negli anni scorsi del Governo Italiano – come abbiamo ampiamente riferito a suo tempo – il Comitato per la Convenzione gioca un ruolo assai significativo nel monitorare, su scala internazionale, l’attuazione dei princìpi contenuti nel testo della Convenzione stessa e quindi la sua corretta e adeguata implementazione, come previsto dall’articolo 34 del Trattato.
Esso è composto da diciotto esperti indipendenti, ai quali tutti gli Stati Parte devono regolarmente presentare dei Rapporti sull’applicazione della Convenzione nel proprio Paese, il primo dei quali due anni dopo la ratifica, quelli successivi ogni quattro anni. Dal canto suo, il Comitato esamina ogni Rapporto, proponendo i propri suggerimenti e raccomandazioni che, pur non essendo legalmente vincolanti, costituiscono dei fondamentali punti di riferimento, in particolare per le varie organizzazioni nazionali e locali delle persone con disabilità.
Alla luce per altro del ritardo già accumulato nell’esaminare i vari Rapporti, sia l’IDA che l’EDF – come accennato inizialmente – ritengono che il Comitato dovrebbe disporre di maggior tempo, per svolgere il proprio lavoro, rispetto alle due attuali sessioni annuali, ciascuna delle quali dura una settimana, in primavera e in autunno, presso l’Ufficio di Ginevra dell’ONU.
La prossima sessione è prevista tra l’altro nei prossimi giorni, vale a dire dal 17 al 28 settembre, e in quei giorni verrà preso in esame il Rapporto dell’Ungheria, il secondo Paese Europeo a passare al vaglio del Comitato, dopo la Spagna, ovvero – come si può vedere dall’elenco che presentiamo qui in calce – due tra i primi Stati del Vecchio Continente che hanno ratificato la Convenzione. E anche in questo caso, le risultanze del lavoro sul documento ungherese saranno quanto mai preziose, non solo per le organizzazioni magiare, ma anche per l’intero movimento europeo impegnato sulla disabilità.

Fonte: Superando.it

17/09/2012