Alzheimer: malati, familiari e badanti riuniti nell’auto mutuo aiuto

Alzheimer: malati, familiari e badanti riuniti nell’auto mutuo aiuto

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GORIZIA. Il Tar obbliga l’Ufficio scolastico regionale (Usr) a raddoppiare le ore di sostegno per un alunno disabile. Un’ordinanza con esecutività immediata per riportare l’affiancamento settimanale a 25 ore rispetto alle 12,5 concesse dalla scuola a causa della carenza di personale. «Il diritto all’istruzione e all’inclusione sociale vengono prima dei problemi economici dell’amministrazione pubblica», scrivono i magistrati nell’ordinanza in attesa dell’udienza fissata al 18 dicembre. Una data da cerchiare sul calendario perché segnerà un punto di svolta per tutti i ragazzi disabili, un precedente che l’Usr dovrà tenere presente nella definizione degli organici. «L’educazione, l’istruzione e l’integrazione scolastica rivestono un ruolo di primo piano nel processo di riabilitazione dei soggetti disabili che punta al completo inserimento nella società e l’assistenza didattica è un diritto fondamentale – scrivono i magistrati Umberto Zuballi, Oria Settesoldi e Manuela Sinigoi –. Un diritto che non può subire alcuna compressione a causa della riduzione dei posti degli insegnanti di sostegno assegnati a ciascuna scuola». Tutt’altro. «L’obiettivo primario è la massima tutela possibile del diritto del disabile grave all’assistenza didattica e all’integrazione nel gruppo». Perché nel caso del ragazzino affetto dalla sindrome di down arrivato al Tar, le ore di sostegno sono state dimezzate: dalle 25 nella scuola dell’infanzia sono passate a 12,5 alle primaria. Un monte ore «palesemente insufficiente a garantire la tutela minima del diritto – prosegue l’ordinanza – che anzi condiziona in modo pregiudizievole il raggiungimento del minore degli obiettivi di apprendimento, anche in considerazione della particolare disabilità da cui è affetto il bambino che impone di pianificare interventi precoci in grado di promuovere lo sviluppo della memoria e della capacità linguistico comunicativa nei diversi contesti relazionandosi con i pari». Ecco perché il Tar intima al dirigente di ripristinare immediatamente un monte ore consono alle necessità del piccolo alunno. «La famiglia che ha deciso di rivolgersi al Tar è stata coraggiosa – osserva Natalino Giacomini, segretario regionale dell’Flc Cgil –, ma di casi simili in città ce ne sono moltissimi. Fra l’altro la dotazione non è contingentata perciò l’Usr potrebbe facilmente porre rimedio a una problematica molto sentita e fondamentale per lo sviluppo e la crescita ottimali degli studenti disabili». Ed è proprio dal presupposto della libera determinazione degli organici per il sostegno che scatta l’appello di Giacomini: «Le famiglie e i genitori che si trovano in condizioni simili a quelle sottoposte al giudizio del Tar, si rivolgano alle organizzazioni sindacali o alle associazioni dei disabili per fare valere i loro diritti. L’inclusione sociale e l’istruzione non possono diventare un problema delle famiglie, è un fenomeno da affrontare e risolvere perché il Ministero ha previsto degli strumenti efficaci».

di Michela Zanutto

Fonte: Messaggero Veneto

26/04/2013