Amianto, l’8 aprile la presentazione del piano nazionale a Casale Monferrato

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Pubblicato da Ilaria Cosimetti

La tentazione di farsi seguaci di uno o dell’altro schieramento può voler dire per un genitore chiamato a decidere se vaccinare o meno il proprio figlio, regalarsi, più o meno consapevolmente, l’illusione di una scelta facile e giusta. I genitori di bambini autistici sono spesso alla ricerca di una causa che spieghi i sintomi del figlio e dare la colpa ai vaccini sembra essere diventata una moda sostenuta da un forte desiderio di condivisione.

E’ passato un anno dalla sentenza del Tribunale di Rimini che ha disposto il risarcimento da parte del Ministero della Salute a favore della famiglia del piccolo B. V. Il bambino secondo i genitori avrebbe iniziato a manifestare i primi sintomi di autismo in seguito alla somministrazione del vaccino trivalente  MPR. La sentenza ha dato loro ragione: esiste un nesso di causalità tra la vaccinazione anti Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) e l’autismo, così come dimostrato dal dott. Andrew  Wakefield in uno studio pubblicato nel 1998 sulla rivista medica specialistica Lancet. Peccato che dopo due anni il medico in questione sia stato radiato dall’albo britannico dei medici e la stessa rivista abbia  ritirato ufficialmente lo studio.

Dura anche  la reazione del Board Scientifico del  Calendario Vaccinale per la Vita che ha preso proprio  le mosse dal ritiro dello studio sulla correlazione fra vaccino MPR e autismo per giudicare la sentenza un pericoloso ostacolo alla campagna vaccinale nazionale.

Consiglio solo agli appassionati di romanzi gialli di approfondire la vicenda, che rappresenta  uno dei contenziosi più rilevanti nella storia della medicina contemporanea.

Abbandoniamo quindi l’oscura vicenda per concentrarci sulle poche informazioni limpide e facilmente accessibili sul tema autismo e vaccini:
– I vaccini hanno ostacolato la diffusione di malattie mortali. Dal 2000 al 2008 la mortalità per morbillo è scesa del 78%.

-I vaccini, come tutti i farmaci, possono produrre effetti collaterali. Tra i più gravi l’encefalopatia (o encefalite), un’infiammazione del cervello che può causare danni permanenti.

– La legge 210/92 prevede il risarcimento dei danni da vaccino. Il giudizio medico di un nesso di causalità tra vaccino e la menomazione psico-fisica o la morte del soggetto spetta alla commissione medico ospedaliera.

– L’autismo è una sindrome comportamentale, pertanto un soggetto che manifesta una serie di comportamenti viene definito “autistico”.

– l’eziopatogenesi dell’autismo non è nota. Diversi sono i fattori che potrebbero determinare l’insorgere dell’autismo.

– I bambini colpiti da encefalite possono manifestare un quadro clinico comportamentale descrivibile come autismo.

– L’autismo si manifesta in età diverse da soggetto a soggetto, comunque entro i primi 3 anni di vita.

– Non esiste  alcun esame medico obiettivo in grado di chiarire senz’ombra di dubbio se una certa patologia sia di fatto un danno da vaccino.

Date queste premesse credo che la difficoltà nel maturare un’opinione in merito al legame tra autismo e vaccini dipenda dalla natura complessa del tema stesso ma credo che il dibattito sia legittimo.

Come si può concludere con certezza che una patologia che  fa il suo esordio negli anni successivi alla  nascita e che può essere causata da diversi fattori, anche in combinazione,  sia riconducibile all’evento vaccino in assenza di esami medici obiettivi che possano stabilire un nesso di causalità  tra i due fenomeni in questione?

Non ho certo le competenze specifiche per azzardare ipotesi di risposta a questo interrogativo ma indubbiamente la diagnosi di danno da vaccino non sembra un affare di semplice gestione e c’è ragione di pensare che il numero di casi riconosciuti  dal Ministero della Salute possa non corrispondere al dato di realtà. Ecco allora che il quadro si complica ulteriormente se vogliamo delegare alla legge dei grandi numeri l’espressione di un giudizio di significativa pericolosità dei vaccini.

Con maggior competenza posso invece affermare che  per la mente umana, in particolar  modo quella di un genitore, tollerare l’incertezza riguardo la salute del proprio figlio non è cosa semplice. Ecco allora la tentazione di affidarsi a pareri autorevoli, come quello del pediatra che liquida con superficiali rassicurazioni le nostre preoccupazioni o di medici pronti a rifilarci diverse teorie sull’inutilità se non pericolosità dei vaccini nonchè il ricorso a varie teorie del complotto che trovano nella rete il loro terreno più fertile.

La tentazione di farsi seguaci di uno o dell’altro schieramento può voler dire per un genitore chiamato a decidere se vaccinare o meno il proprio figlio, regalarsi, più o meno consapevolmente, l’illusione di una scelta facile e giusta. I genitori di bambini autistici sono spesso alla ricerca di una causa che spieghi i sintomi del figlio e dare la colpa ai vaccini sembra essere diventata una moda sostenuta da un forte desiderio di condivisione.

Consultato telefonicamente dal fattoquotidiano.it, il professor Gabriel Levi, direttore dell’Istituto di Neuropsichiatria Infantile all’Università La Sapienza di Roma, conferma che “allo stato attuale delle conoscenze non esiste alcuna causa accertata, diretta, esclusiva e sufficiente per l’autismo. Esistono fattori di varia natura, che possono concorrere a determinare una vulnerabilità neurologica”. Anche per il professore accade che “spesso i tribunali intervengono in cose in cui c’è una competenza scientifica nulla” . E spiega così la confusione: “I casi in cui c’è un minimo sospetto ragionevole, sono i casi che avevano accertato già precedentemente al vaccino dei segni neurologici indicativi. Il vaccino può aumentare la vulnerabilità neurologica, che significa assolutamente che determina l’autismo, tanto meno in maniera esclusiva”. “Nel caso di Rimini – prosegue – bisognerebbe prima dimostrare con evidenza certa che c’è stato un danno neurologico, poi bisognerebbe ricercare le altre concause che hanno agito nel determinare lo sviluppo autistico”.

Tuttavia in 10 anni di lavoro di psicologa con gli autistici e le loro famiglie ho conosciuto molti genitori convinti che siano stati i vaccini a innescare la sintomatologia autistica e fatico a credere che siano tutti in errore. Conosco però solo un bambino a cui sia stato riconosciuto il danno da vaccino e concesso un risarcimento.

Come genitore (da 5 anni ormai) sento di meritare informazioni più dettagliate rispetto ai rischi e benefici dei vaccini nonchè una concreta  valutazione dello stato di salute del bambino accompagnata da un’accurata anamnesi familiare al fine di determinare la predisposizione a fattori di rischio per la manifestazione di reazioni avverse al vaccino. In verità sono invece i genitori a doversi esprimere circa la buona salute del figlio prima di sottoporsi all’iniezione compilando una checklist che ci chiede, tra le altre cose, se il bimbo sta bene il giorno del vaccino e se è allergico a qualche alimento, farmaco o vaccino. Non si tratta certo di quesiti semplici se rivolti a genitori di bambini di soli 2 mesi ma la legge prevede che il personale sanitario sia adeguatamente formato per rispondere a ogni dubbio e gestire i necessari approfondimenti nel caso in cui le risposte date lascino sospettare una o più controindicazioni al vaccino.

Pretendere dai vaccinatori un’adesione letterale a quanto previsto per legge concederebbe a noi genitori un maggior senso di padronanza della situazione perchè vaccinare i propri figli non dovrebbe essere un atto di fede ma un gesto consapevole.

Fonte: Stateofmind.it

28/03/2013