Progetto "Legami di cura", finanziato da Fondazione Cariplo a Milano con 115 mila euro. Previsti balli, canti e giochi, ma anche un "circolo di studio". Le esperienze confluiranno in un gruppo che potrà continuare a esistere anche a progetto concluso
MILANO – Malati, familiari e badanti insieme per combattere l’Alzheimer con gli strumenti dei gruppi di auto mutuo aiuto. È questo il senso di "Legami di cura", progetto finanziato per due anni da Fondazione Cariplo con 115 mila euro. A partecipare saranno circa 120 badanti più altrettanti malati con i loro familiari. Capofila è la cooperativa Piccolo principe, che lavora insieme a Aima (Associazione italiana malattie di Alzheimer) e Amalo Arcenciel.
"Si è cominciato nella zona sud est di Milano, ma nel prossimo anno e mezzo il progetto coprirà anche tutto il resto della città", spiega Valentina Casiraghi, referente per Amalo. Ora il lavoro si sviluppa sua due piani: da un lato, i balli, i canti e i giochi con familiari e malati all’Alzheimer cafè, una luogo concepito per vivere la malattia con più leggerezza. La struttura di riferimento per il sud est milanese, prima tappa di "Legami di cura", è l’Rsa Giuseppe Gerosa Brichetto di via Mecenate. L’idea è quella di avere a disposizione un laboratorio dove i tre protagonisti della malattia possono vivere un’esperienza diversa, sviluppando anche delle relazioni diverse, che possono aiutare ad affrontare la malattia di Alzheimer. Dall’altro, l’associazione Amalo ha cominciato a marzo un "circolo di studio", una formula a metà tra incontro di formazione frontale e mutuo aiuto, per badanti. "Si alternano momenti in cui si raccontano le proprie esperienze con incontri in cui partecipano esperti esterni", prosegue Casiraghi. Questo sarà poi l’inizio per un vero gruppo di autuo mutuo aiuto, che potrà continuare a vivere anche quando il progetto sarà concluso.
"È molto difficile convincere le collaboratrici domestiche a partecipare a gruppi di auto mutuo aiuto – aggiunge la referente di Amalo per "Legami di cura" -. Nella nostra esperienza, se hanno un’ora e mezza disponibile cercano un nuovo lavoro più che venire a incontri". Il passaggio del circolo di studio dà strumenti concreti alle partecipanti e getta le fondamenta per proseguire il dialogo nella forma del mutuo aiuto. Almeno tre saranno i gruppi che si svilupperanno dai circoli di studio: almeno questa è l’indicazione che Amadio Totis, direttore Amalo Arcenciel Milano, ha tratto da un percorso analogo svolto in Toscana. "Per le badanti – specifica Totis – la frequenza del corso non vale come attestato perché le ore di corso sono troppo poche ma aiuta moltissimo nella relazione con la famiglia". (lb)
Fonte: Superabile.it
06/05/2013