E’ Rosa Chiese l’autrice del racconto autobiografico edito da BookSprint. La storia di una donna napoletana che si trova a vivere un’esistenza complicata, sfociata poi nella malattia mentale. "Scrivere questo libro è stato terapeutico"
NAPOLI – Una vita intera a lottare, tra continue disavventure e rinascite, ricadute e risalite: è la storia di Rosa Chiaese, autrice del racconto autobiografico "Clelia d’Autunno" (BookSprint Edizioni, anno 2013, 55 pagg., costo 13 euro). Una ragazza napoletana, nata nel quartiere Sanità, Napoli, da una famiglia molto semplice, che si trova a vivere un’esistenza complicata: un’infanzia difficile costellata da insuccessi scolastici e incontri sbagliati, primo tra tutti quello con un uomo violento che sarà la causa di molte sofferenze. Giovanissima, Rosa si trova a vivere in ristrettezze economiche, incastrata in una relazione molto problematica con la famiglia d’origine, già mamma e sola, senza alcun sostegno da parte di un marito insensibile e maschilista: tutto questo le causa un forte disagio psichico che più tardi sarà diagnosticato come schizofrenia. Ma "Clelia", come la chiamavano da piccola, non si arrende mai: non le manca la forza di rialzarsi e reagire alle brucianti delusioni che il destino le riserva, e nemmeno la fantasia.
Si circonda di persone amiche, si appassiona alla chiromanzia, all’astrologia, alla scrittura, ha la capacità di reinventarsi, al punto tale che a un certo punto decide di voltare pagina trasferendosi negli Usa. Nel frattempo, ha messo al mondo tre bambini ed è a loro che vuole pensare: per farlo ha bisogno di combattere la malattia. Rosa si iscrive prima all’Anida, Associazione nazionale italiana diversamente abili, poi comincia a frequentare il centro diurno di riabilitazione "Lavori in corso" dell’Asl Napoli 1 (distretto 29) nel 2002, dove incrocia nuovi amici ed esperienze. "Al centro – si legge nel libro – mi hanno insegnato che siamo tutti uguali, esiste il diritto alla cura ed è possibile convivere con il disagio e superarlo". Il teatro è una delle tante attività che la coinvolge e la fa sentire finalmente protagonista della sua vita. Per la preparazione teatrale e anche per la scrittura di questo piccolo manoscritto Rosa si affida a Bruno Romano, operatore sociale del gruppo Gesco, che coordina le iniziative della struttura di via Antesaecula.
In poche pagine, con un linguaggio immediato, talvolta arricchito dall’uso di parole in dialetto, questo libro ci racconta una storia di rinascita, non la descrizione di un caso clinico, non le cure mediche, ma le esperienze e gli eventi che hanno accompagnato questo percorso di emancipazione, crescita e accettazione. Oggi Rosa ha 43 anni: in seguito alla separazione del marito e ai suoi problemi di salute, vive con i genitori e cerca di stare il più possibile vicino ai suoi figli. "Scrivere questo libro è stato terapeutico, e spero che questa storia possa essere portata anche al cinema, al teatro – racconta, emozionata ed ambiziosa, Rosa Chiaese – per sensibilizzare i cittadini e far sì che si superi il pregiudizio, lo stigma della malattia mentale". Il libro è, infatti, dedicato a "tutte le persone che sono affette da malattie mentali, chè gli altri non abbiano paura di queste patologie".
Fonte: Superabile.it
13/05/2013