VIMERCATE. Un giorno Andrea, un ragazzo di terza media che abita in un paese vicino a Vimercate, non ha saputo dire alla sua insegnante di Spagnolo in quanto tempo aveva fatto i compiti in classe. E, ad esplicita domanda, quanti minuti contiene un’ora. Poi non ha saputo neppure fare le tabelline. Non è che lui volesse prenderla in giro e fosse così svogliato da non ricordare quanti minuti ci sono in un’ora o quanto fa 4 per 5. IL FATTO è che Andrea è un ragazzo dislessico. Soffre di Disturbi specifici di apprendimento (Dsa). Ha difficoltà insomma a memorizzare elenchi, fare calcoli, a leggere e a scrivere, perché inverte lettere e numeri. Lui, per esempio, va in confusione quando c’è il segno X. Per questo la legge dice a chiare lettere che uno studente dislessico va aiutato. Deve fare i calcoli con la calcolatrice e non bisogna chiedergli le tabelline. L’insegnante lo sapeva, perché i genitori di Andrea lo avevano detto e scritto alla scuola. Ma ha voluto lo stesso punirlo. «Correggerlo», come si faceva nelle scuole dell’Ottocento, con esercizi fisici. Lo ha obbligato a fare delle flessioni sulle braccia. Lui ci è rimasto male, ma ha obbedito. Si è tirato su una, due, tre, quattro, cinque volte. Fino a quando non ce l’ha fatta più ed è rimasto a terra umiliato. Alcuni compagni hanno riso. Ma altri lo hanno raccontato in casa. E i loro genitori lo hanno detto alla madre di Andrea. Lei attraverso l’Associazione Italiana Dislessia (Aid) ha sollevato il caso, che giovedì ha trovato spazio nella trasmissione «le Iene» su Italia 1. L’episodio risale all’anno scorso. Andrea ha finito la terza media, ma è dovuto andare in un’altra scuola: «La famiglia ha chiesto ed ottenuto il trasferimento nonostante la difficoltà legata all’imminenza dell’esame finale», dice Clara Siri, presidente dell’Aid di Monza e Brianza: «Andrea è stato ammesso e valutato nel nuovo istituto sulla base della legge 170 del 2010». E all’insegnante cosa è successo? «Che a me risulti, niente. Neppure un richiamo». «Sin dall’anno della fondazione, nel 1996, siamo un ente accreditato per la formazione degli insegnanti. Ma, soprattutto, uno strumento in mano a tutti coloro che vogliono chiedere il rispetto di quei diritti elementari riconosciuti a ogni persona», spiega Siri. I casi dislessia non sono pochi: colpiscono il 5% degli scolari, in genere dopo la seconda elementare. La presidente dell’Aid definisce quanto è successo ad Andrea «una grave ingiustizia»: «Episodi del genere non devono ripetersi. C’è molto lavoro ancora da fare». Anche per questo l’Aid Monza e Brianza (via Crescitelli 1, tel.: 333.5375990) organizza il 3, 7 e 10 marzo all’Università Bicocca di Monza, via Cadore 48, tre giornate di studio, sulla dislessia e la legge 170/2010 con il patrocinio del Comune di Monza e dell’Università.
di Antonio Caccamo
Fonte: Il Giorno
27/02/2012