Sono richieste quanto mai nette e precise quelle formulate in una lettera indirizzata al Consiglio d’Europa e ai Capi di Stato e di Governo dell’Unione da Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF (European Disability Forum), l’organizzazione che è la "voce" di 80 milioni di persone con disabilità in Europa. E sono richieste quanto mai necessarie in un momento in cui l’"ondata" che viaggia insieme alla crisi economico-finanziaria generale rischia di travolgere conquiste di decenni.
«L’EDF (European Disability Forum), voce di 80 milioni di persone con disabilità e delle loro famiglie in Europa, chiede a tutti i Capi di Governo dell’Unione che siano garantite le necessità di quei Cittadini e che di esse si tenga conto in ogni azione economica, politica e sociale». Incomincia così la lettera inviata dal presidente del Forum, Yannis Vardakastanis, al Consiglio d’Europa e ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Unione, vero e proprio "grido d’allarme" nell’imminenza dei prossimi vertici dell’Eurozona, rispetto ai quali l’EDF teme che possano essere adottate misure dall’impatto assai negativo per i Cittadini con disabilità. Presentiamo dunque, qui di seguito, la traduzione integrale della lettera di Vardakastanis. Le misure di austerità che i Governi dell’Unione Europea stanno per adottare rischiano di bloccare i progressi di questi anni, per far sì che vengano realmente e concretamente rispettati i diritti delle persone con disabilità contenuti nella Convenzione ONU approvata nel 2006, e per riuscire a raggiungere gli obiettivi contenuti sia nella Strategia Europe 2020 per la Crescita, sia nella Strategia Europea sulla Disabilità 2010-2020 per un’Europa senza barriere. Infatti, da riforme economiche, sociali e politiche che non tengano nel debito conto i diritti delle persone con disabilità, non possono derivare altro che povertà, esclusione sociale, discriminazione, emarginazione, ignoranza e stereotipi negativi.
L’EDF chiede quindi al Consiglio d’Europa e ai Capi di Governo dei Paesi dell’Unione di fare in modo che le persone con disabilità – in questo momento di crisi generale – non vengano escluse né da un punto di vista sociale, né economico, né politico. E per far questo bisogna tenere sempre presenti dieci passaggi fondamentali:
1. Le persone con disabilità devono potersi muovere liberamente nelle società europee, vivere in modo indipendente ed essere incluse in quelle stesse società: nessuna riforma delle politiche sociali deve contenere provvedimenti che riducano tali possibilità, né va ridotta l’assistenza personale o altri servizi di supporto, a causa delle misure di austerità.
2. L’istruzione delle persone con disabilità dev’essere sempre prioritaria e nessuna eventuale riforma dei sistemi educativi dovrà mai portare al ritorno della segregazione in classi speciali.
3. Va pienamente rispettato il diritto al lavoro e all’occupazione: ogni misura dovrà dunque includere forme di "ragionevole accomodamento" e il sostegno all’occupazione delle persone con disabilità non dovrà scomparire dalle politiche nazionali sul lavoro.
4. L’accesso ai servizi sanitari per le persone con disabilità non può e non deve più essere messo in discussione o considerato come "secondario" rispetto ai servizi riguardanti il resto della popolazione.
5. L’abilitazione e la riabilitazione sociale devono essere vissuti come veri e propri investimenti per le società europee, facendo sì che nessuna capacità venga esclusa dal processo di ricostruzione dell’Europa dopo la crisi. In tal senso la qualità dei servizi sociali dovrà essere la pre-condizione per il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità.
6. Vanno assicurati adeguati standard di vita e di protezione sociale, il che significa che nessuna misura adottata potrà lasciare o ridurre le persone con disabilità in situazione di povertà, di esclusione sociale o con un reddito non dignitoso.
7. La libertà di espressione e di opinione e l’accesso all’informazione non devono assolutamente essere compressi da alcuna riforma dei servizi pubblici e privati.
8. Il rispetto per la vita familiare dovrà essere assicurato garantendo a tutte le persone con disabilità e alle loro famiglie adeguate politiche familiari, da considerare come una priorità.
9. Le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità dovranno essere consultate su tutte le azioni che potranno avere un impatto sulle persone con disabilità stesse.
10. Si dovrà far crescere la consapevolezza generale sulla situazione e le necessità delle persone con disabilità anche facendo in modo che la loro immagine, negli organi d’informazione, sia quella "giusta", e che non lasci spazio allo stigma sociale.
di Yannis Vardakastanis
Fonte: Superando.it
27/10/2011