Il ministro della Salute: "E’ un istituto che risponde a un bisogno sociale e chi ha diritto all’indennità di accompagnamento questo diritto se lo porta dietro". Il quesito è"se conviene puntare soltanto su questi strumenti monetari". Ma Cantone (Spi Cgil) accusa: "Tre milioni di persone fuori dall’agenda del governo"
LUCCA – "Il problema della non autosufficienza è un problema che abbiamo con l’aumento della vita media, è un problema che nasce da fatti positivi, un problema che va governato" e "io sarei molto cauto nello spaventare chicchessia sull’indennità di accompagnamento perché è un istituto che risponde a un bisogno sociale e chi ha diritto all’indennità di accompagnamento questo diritto se lo porta dietro". Con queste parole il ministro Balduzzi ha replicato alle preoccupazioni sui sindacati dei pensionati in merito all’indennità di accompagnamento. "Semmai – ha aggiunto il ministro – in prospettiva" il quesito è se "conviene puntare soltanto su questi strumenti monetari oppure assicurare un meccanismo un pochino più duttile".
Le parole del ministro arrivano nel solco delle polemiche che ieri sono state espresse dai sindacati dei pensionati, che in una nota congiunta siglata appunto Spi-Fnp-Uilp avevano accusato il decreto sanità di essere "non coerente con gli impegni assunti". Dai sindacati è arrivata anche la richiesta di un incontro con il governo, l’apertura di un tavolo di confronto e la revisione dell’articolo 6 del decreto, in modo particolare per quanto concerne proprio la rimodulazione dell’indennità di accompagnamento. "Il decreto per la razionalizzazione dell’attività assistenziale e sanitaria interviene sulla non autosufficienza in modo non organico – dicono i sindacati – non definendo linee di intervento coerenti con gli impegni assunti dallo stesso Ministro della Salute". L’auspicio è quello di un "tavolo di confronto per gettare le basi del piano nazionale per la non autosufficienza sulla base dei contenuti della piattaforma sindacale già presentata". I sindacati dei pensionati valutano positivamente la decisione di varare un programma nazionale per la non autosufficienza e la definizione di un piano personalizzato di intervento per la cronicità, ma chiedono insieme "una revisione dell’articolo 6 del decreto, in modo particolare per quanto concerne la rimodulazione dell’indennità di accompagnamento che rischia di minare in profondità qualsiasi programma nazionale per la non autosufficienza". Prosegue la nota dei sindacati a cui ha risposto oggi il ministro: "Un diritto soggettivo che rischia di essere messo in discussione, senza produrre effettive risposte ai bisogni di servizi, prestazioni socio sanitarie integrate, di cui le persone non autosufficienti e le loro famiglie necessitano. Occorre attivare una sinergia tra Stato, Regioni e Comuni per una seria riforma del sistema di assistenza agli anziani e agli adulti con disabilità".
In particolare oggi si registra la voce -dura – del segretario generale del sindacato dei pensionati Spi Cgil Carla Cantone: "La condizione di 3 milioni di non autosufficienti non è ancora entrata nell’agenda prioritaria neppure di questo governo". Per Cantone ad oggi sulla non autosufficienza c’è solo "fumo". "Non sappiamo ancora bene cosa vogliono fare. Abbiamo chiesto la sospensione dell’articolo 6 per poterne ragionare. Se l’idea è quella di finanziare il fondo solo attraverso le risorse che verranno incamerate con le iniziative sulla tassazione nelle bibite gasate e nei tabacchi penso che sia una grande bufala, anzi, penso che sia una presa in giro perché i non autosufficienti che attendono da tempo di poter avere dei servizi adeguati non sospendono i loro bisogni in attesa di vedere quanti soldi il governo incamera con le bibite gasate". "Le nostre richieste di un finanziamento serio e di un piano nazionale che riguardi tutte le regioni – prosegue Cantone – punta a fare in modo che tutte le regioni possano avere un fondo per intervenire sulla non autosufficienza, distribuire le risorse e verificare che davvero tutti i territori approntino un piano per intervenire in questo senso. Tutti vincoli di carattere nazionale, affinché i livelli essenziali di assistenza siano garantiti a tutti".
Fonte: Superabile.it
30/08/2012