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Presentato a luglio scorso con il ministro della pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi, il progetto di fascicolo sanitario elettronico ha coinvolto tre regioni italiane: Piemonte, Campania e Calabria. Progetto pilota realizzato dal Cnr, il primo utilizzo del fascicolo è stato attivato il 26 novembre scorso in Emilia Romagna. Roberto Guarasci (Cnr, Università della Calabria): "Una sanità con meno carta e più informatica"

ROMA – Un archivio della salute per ogni cittadino, che consenta rapidità nella consultazione dei dati a prescindere dal territorio di appartenenza e condivisione dello stato di salute dei pazienti tra i diversi specialisti della medicina: è il fascicolo sanitario elettronico, progetto pilota realizzato dal Cnr (Centro nazionale delle ricerche) e promosso dal ministero della pubblica Amministrazione e per la Semplificazione. Presentato a luglio scorso alla presenza del ministro Filippo Patroni Griffi, accompagnato dal ministro dell’Università e Ricerca Francesco Profumo, il progetto nella sua versione "pilota" ha coinvolto tre regioni italiane: Piemonte, Campania e Calabria. Il primo utilizzo del fascicolo, in Emilia Romagna, lo scorso 26 novembre. Benché positivo nei risultati raggiunti nelle Regioni pilota, il progetto per essere diffuso su tutto il territorio nazionale ha però bisogno di una specifica volontà da parte delle singole regioni.

Il fascicolo sanitario elettronico si sostanzia infatti per essere una vera e propria scheda utente all’interno della quale vengono conservate tutte le informazioni relative allo stato di salute di una persona. Questa scheda, così informatizzata, consente ad ogni singola struttura ospedaliera o territoriale, ma anche ad ogni singolo specialista della medicina, di poter avere all’istante una lettura completa del fabbisogno medico della persona coinvolta. Meno carta, dunque, meno spreco in termini di tempo e lavoro, ma anche tanta condivisione e possibilità di programmazione tra i diversi specialisti e le diverse strutture presenti nelle Regioni italiane con una spesa sostanzialmente ridimensionata. "Le stime parlano chiaro – aveva infatti dichiarato il ministro patroni Grffi all’indomani della presentazione del progetto -: si risparmierebbero 600 milioni di euro netti all’anno relativi alla diminuzione, per esempio, dell’emissione di ricette cartacee". Risparmio confermato poi in seguito anche dal calcolo stimato dall’Ufficio Studi e Progetti per l’innovazione Digitale guidato da Paolo Donzelli. "Secondo i nostri calcoli e secondo uno studio canadese – si legge infatti nel report – il risparmio nazionale sarebbe di 3/5 milioni di euro all’anno. Le basi normative ci sono. Ora bisogna implementare l’uso del fascicolo che è presente nel disegno di legge sulla Sperimentazione clinica, approvata alla Camera, ma che resta fermo in Senato. Siamo convinti che lo sviluppo della digitalizzazione in sanità sia la strada giusta da perseguire e che porti il miglioramento del settore che tutti si aspettano".

"Il fatto di avere un unico server pubblico condiviso dalle Regioni e quindi dalle Asl, come provato dalla nostra ricerca – aveva poi aggiunto Roberto Guarasci del Cnr (Unità di Ricerca presso Terzi, Università della Calabria) – è la dimostrazione che si può arrivare ad una sanità con meno carta e più informatica. Il problema che va realmente superato per far progredire il progetto, è quello riscontrato dagli operatori di settore dell’immissione dei dati dei propri pazienti". "Ad oggi – ha poi aggiunto – la situazione sul territorio è ancora frammentata, ma soluzioni di fascicolo sanitario elettronico sono già state realizzate o sono in fase di realizzazione presso varie regioni e province autonome anche grazie a progetti finanziati e coordinati a livello nazionale, interregionale ed europeo. Le infrastrutture sono in larga parte già disponibili, gli operatori concordano sull’iniziativa; le Regioni e il Governo ne riconoscono la valenza strategica e hanno già inserito il fascicolo rispettivamente nel Piano eGov 2010 della Conferenza delle regioni e province autonome e nel Piano eGov 2012 del Governo". Relativamente ai risparmi, poi, "una stima conservativa dei risparmi potenziali ottenibili con l’introduzione del fascicolo per ogni cittadino – ha concluso Guarasci – si attesta tra il 3% ed il 5% della spesa sanitaria pubblica, ovvero tra i 3 ed i 5 miliardi di euro annui". (eb)

Fonte: Superabile.it

17/12/2012