Dopo 30 minacce di morte e 500 insulti nel web, ribadisce: "Oggi la sperimentazione sugli animali è obbligatoria". La ragazza invita "la Brambilla, il partito animalista e la Lav" a cominciare a lottare contro l’uso degli animali in altri settori: "La caccia non è fondamentale, così come i macelli e gli allevamenti di pellicce". E c’è chi la accusa di "comunicazione costruita a tavolino"
ROMA – "Oggi va così così. Le giornate in ospedale sono sempre lunghe… Ancora molto stanca e ko. Grazie a chi mi sta difendendo. Anche se più che difese io preferisco le persone razionali che discutono, che si informano e si confrontano contro chi ha pareri opposti razionalmente". Sono le parole che Caterina Simonsen ha affidato stamattina ad un post, scritto pochi minuti fa dall’ospedale di Padova dove è ricoverata e pubblicato insieme alla sua foto con il respiratore. "Mai offendere, mai augurare brutte cose, riflettere prima di scrivere, verificare l’attendibilità delle fonti…". La giovane ribadisce:"Io in primis mi auguro al più presto che ci siano modelli che sostituiscano un toto la sperimentazione animale, che però oggi sono solo prototipi…. E sicuramente 25 anni fa non esistevano neanche… Senza voler creare ulteriore polemica, vi invito tutti alla ragione e a non prendere posizione, che possa essere pro così come contro la sperimentazione animale (usiamo i termini giusti, fa parte dell’informazione, la vivisezione, termine che piace tanto, è illegale) per partito preso senza esservi informati prima. Buona domenica, Cate". Per aver difeso l’importanza della sperimentazione sugli animali, grazie alla quale – colpita da 4 malattie genetiche rare – è ancora in vita, Caterina ha ricevuto dal popolo dei social network, quello che spesso tutto può giudicare facilmente e che misura il proprio impegno sociale con un "like", oltre 30 minacce di morte e oltre 500 insulti, tutti pubblicati in rete e tutti consegnati, con nome e cognome dei mittenti, alla polizia postale.
Caterina Simonsen studia veterinaria all’università di Bologna e ama gli animali. Ha 25 anni e a 9 poteva morire, se la sperimentazione svolta anche su animali non le avesse regalato un futuro. Il suo post, quello che tanti insulti ha attirato, lo diceva chiaramente: "Io, Caterina S. ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro". Il post, rilanciato dalla pagina ‘A favore della sperimentazione animale’, aveva totalizzato nel giro di poche ore quasi tremila condivisioni e 14mila ‘Mi piace’. Non manca chi, pacatamente e con spirito dialettico, come Manuel Ray Ferraroni, scrive che quel messaggio di Caterina a favore della sperimentazione animale è "provocatorio" nei confronti di chi si batte contro l’utilizzo degli animali per la ricerca, e non lo condivide. Di contro, c’è stato chi ha ritenuto di doverla punire pesantemente e poco razionalmente, per quella sua affermazione e quel suo grazie nei confronti della ricerca. "Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un’egoista come te", le ha scritto Giovanna. Vincenzo Duca scrive che "se per darti un solo anno di vita sono morti anche solo 3 topi, per me potevi morire pure a due anni". Elisa Domancic giudica Caterina "schifosa", perché "dovrebbe vergognarsi di vivere grazie alla morte di un altro essere umano". E così via.
Caterina, come risposta ai "nazi-animalisti" e spiegazione per tutti, ha voluto affidare ad alcuni video il senso profondo del suo messaggio e la dimostrazione di quanto è condizionata la sua vita dalla malattia. Un video passato su tutti i media e i maggiori telegiornali. Tanti i giornalisti che hanno cercato di intervistarla in queste ore, di avere la sua voce, una sua battuta, magari un’immagine. E ieri sera su Facebook spossata scriveva: "Io sono ricoverata perché sto male. Non è il momento per interviste. Poi, comunque, la mia idea l’ho espressa in 3 video, l’ultimo dei quali diviso in 2 parti. Per cui gradirei, almeno per adesso, di non essere disturbata. In questo momento vorrei visite solo di amici veri, Enrico e parenti . Pace e bene, migliori auguri a tutti".
In questi minuti su Facebook riceve apprezzamenti per la sua forza, vicinanza e messaggi di sostegno. C’è anche l’invito a trascorrere del tempo al mare, come fa Sabrina Anselmi: "Ti scrivo dall’Isola d’Elba tieni duro Caterina….sono pronta ad ospitarti se ti fa bene il mare quando vuoi…casa modesta… non mollare mai!".
L’accusa di "comunicazione studiata a tavolino". Arriva in questi minuti anche il lungo post di Giovanna Rezzoagli Ganci: "Mi disturba tutto il clamore attorno a Caterina Simonsen, che non è viva grazie alla sperimentazione animale ma grazie al fatto che la sua patologia risponde a certi farmaci. Se fosse come dice lei non morirebbe nessuno di malattia. Messaggio estremamente pericoloso quello di questa ragazza, perché sposta l’attenzione dal vero problema: avere risorse tecnologiche all’avanguardia perfettamente in grado di sostituire il modello animale e costringere i ricercatori a formarsi adeguatamente per utilizzarle. Attorno alla ricerca scientifica nuotano mari, oceani di soldi. Spendiamoli bene, non trascinati da una biondina carina che certo non vive 24 ore al giorno attaccata al respiratore ma che guarda caso si fa fotografare con quello. Incentiviamo la divulgazione scientifica e la vera scienza, quella che nasce con l’osservazione e punta al benessere e non al profitto. E lasciamo affrontare la sua difficile condizione alla signorina Simonsen, senza darle la pena di essere seguita da giornalisti e tv. Un malato ha bisogno di quiete: concediamogliela. Quello che voleva dire lo ha detto, personalmente mi auguro che abbia la tranquillità che merita e che, viste le sue precarie condizioni, possa curarsi lontana dai riflettori che, c’è da pensare, in quanto malata in condizioni critiche non avrà certo voluto. Lei non era costretta come i malati di Sla a stazionare a Roma per condizioni di vita più degne, un vero peccato che a questi ultimi sia stato offerto poco spazio sui media. Potere della comunicazione studiata a tavolino".
L’appello di Caterina. Nel video che ha voluto diffondere, Caterina ribadisce che oggi in Italia, in assenza di alternative, la sperimentazione sugli animali "è necessaria e obbligata". Incluso il test di nuovi farmaci. "Non è una cattiveria": del resto, dice la ragazza, anche gli animali hanno bisogno di farmaci. "Tutti i farmaci sono testati ed è ipocrita prendersela con chi sperimenta – dice Caterina -. Basterebbe che l’agenzia del farmaco mettesse sulle confezioni che il tale farmaco è testato sugli animali e così ognuno potrà essere consapevole e decidere di usarlo oppure no". E lancia un appello: "Invito la Brambilla, il partito animalista e la Lav a combattere contro l’utilizzo degli animali dove non è fondamentale. E dove non è fondamentale? La caccia non è fondamentale, i macelli non sono fondamentali, gli allevamenti di pellicce non sono fondamentali, ci sono tanti tessuti sintetici che vanno benissimo". In una intervista rilasciata poco fa a La Repubblica, Caterina spiega da dove arriva la sua spinta a intervenire così decisamente in questa questione: "Non possono infangare Telethon, che fa ricerca sulle malattie genetiche, come ha fatto il Partito animalista europeo. Questo mi ha spinto a intervenire. Io credo nella ricerca, mentre ci sono persone come per esempio Davide Vannoni di Stamina, che richiamano le masse, ma senza risultati scientifici. Io faccio fatica a parlare di questi argomenti, ma altri lo possono fare, anche nella mia facoltà di Bologna. Non sono sola a combattere questa battaglia".
Fonte: Superabile.it
30/12/2013