Borse di studio europee Google per studenti disabili

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L’amministrazione scolastica condannata a risarcire i danni e ad assicurare tutte le ore di sostegno previste dalla legge

NUORO. Il Tar ha dato loro ragione. Undici famiglie di studenti dislessici di Nuoro e di altri centri della provincia (Fonni, Orgosolo, Orosei e Siniscola), avranno diritto ad avere, per l’anno scolastico in corso (2012/2013) un numero di ore settimanali di sostegno che garantisca il rapporto uno a uno (un insegnante per ogni alunno). Una battaglia vinta dopo il ricorso collettivo, fatto dai genitori dei ragazzi, vittime dei tagli del Ministero della Pubblica Istruzione, rappresentati dagli avvocati Lorenzo Palermo e Luisanna Sedda. «Si tratta di minori portatori di handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3 della legge 104 del 1992 – si legge nella sentenza del Tribunale amministrativo della Sardegna – per i quali, la scuola sulla scorta delle richieste del consiglio di classe e dell’equipe psicopedagogica, in sede di formazione del Pet (piano educativo individualizzato), ha ritenuto necessario, per assicurare ai minori il diritto allo studio, il supporto dell’insegnante di sostegno con rapporto 1/1». Ai minori in questione è stato invece assegnato un numero di ore di sostegno inferiore a quello richiesto, da qui l’azione legale portata avanti dai genitori che hanno visto la situazione ribaltarsi (ma solo dopo la proposizione del ricorso), ottenendo l’insegnante specializzato per tutte le ore spettanti. Ma nonostante sia cessata la materia del contendere in merito alla pretesa principale, il Tar si è pronunciato sulla richiesta del risarcimento del danno affermando «che il diritto all’istruzione del disabile ha rango di “diritto fondamentale”, che va rispettato con rigore ed effettività sia in adempimento ad obblighi internazionali, sia per il carattere assoluto proprio della tutela prevista dall’articolo 38 della Costituzione. Il rango di diritto fondamentale della tutela del minore disabile – si legge nella sentenza – non consente di ammettere cause giustificative di ritardi o di necessari tempi burocratici nella mancata concreta e piena assegnazione delle ore di sostegno al minore disabile fin dal primo giorno di inizio dell’anno scolastico. Inoltre non consente di riconoscere attenuanti alla colpa dell’amministrazione scolastica nell’inadempimento dell’obbligo di cui trattasi». Il Tar, ha così accolto la richiesta di risarcimento, individuabile nel danno che gli effetti della diminuzione, seppur temporanea, delle ore di sostegno ha provocato nella personalità del minore, privato del supporto necessario a garantire la piena soddisfazione dei bisogni di sviluppo, istruzione e partecipazione a fasi di vita tutelata dall’ordinamento. Il danno è stato quantificato in misura pari a mille euro a favore di ciascun ricorrente, per ogni mese di mancato sostegno del rapporto 1/1 da parte dell’amministrazione scolastica, a partire dal primo giorno di scuola. Inoltre ha condannato le amministrazioni scolastiche al pagamento delle spese ed onorari di giudizio per 8800 euro complessivi». «Abbiamo vinto una battaglia importante per un diritto fondamentale – ha sottolineato Pina Rubanu, presidente dell’Angsa Sardegna, l’associazione nazionale Onlus di genitori di soggetti autistici con sede legale a Nuoro, della quale fanno parte anche i genitori degli undici ragazzi – una battaglia che in realtà non avremmo mai dovuto combattere». «Ma ciò che è importante far sapere a chi vive quotidianamente queste realtà – ha aggiunto l’avvocato Sedda, anche lei socia del gruppo – è che non si è soli. Questo è uno dei primi ricorsi collettivi a livello nazionale, che hanno dato ragione ai ragazzi. Certo, muoversi singolarmente comporta una spesa importante che non tutti possono permettersi ma, quando si è in tanti, si trova la forza per andare avanti». Ora, resta da capire se anche altri studenti che necessitano delle stesse ore di sostegno come i ragazzi che hanno fatto ricorso, avranno l’opportunità di vedersi riconoscere un diritto legittimo o se, al contrario, dovranno attendere l’inizio del prossimo anno scolastico. Perchè il ricorso va fatto entro 60 giorni dal momento dell’assegnazione del sostegno». «Far parte di un’associazione – ha detto ancora Pina Rubanu – significa avere un punto di riferimento dove trovare persone che vivono e capiscono la tua condizione. Significa anche unire le forze per affrontare meglio i problemi che ogni giorno si presentano. Oltre ai nostri ragazzi, anche noi genitori abbiamo bisogno di aiuto, visto che dobbiamo essere al massimo con i nostri figli che vivono di noi. Perchè dall’autismo non si guarisce. È una condizione che deve essere gestita e con cui si deve imparare a convivere».

Fonte:La Nuova Sardegna.it

08/01/2013