Chi fa un film dovrebbe anche pensare a renderlo accessibile

Chi fa un film dovrebbe anche pensare a renderlo accessibile

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«Si contano sulle dita di una mano – ricorda Laura Raffaeli, presidente dell’Associazione Blindsight Project, da anni impegnata su questo fronte – le proiezioni di film accessibili anche alle persone con disabilità visiva o uditiva. Accadrà anche quest’anno per due pellicole italiane dell’imminente “Festa del Cinema di Roma”, accade in qualche altra sala italiana. Chi fa un film, invece, dovrebbe anche pensare a renderlo accessibile, come abbiamo più volte denunciato, per far sì che nessuno venisse più discriminato, nel rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità»

Isabella Ragonese in "Sole, Cuore, Amore" di Daniele Vicari (foto di Emanuela Scarpa)

Come segnala l’Associazione Blindsight Project, da sempre impegnata su questo fronte, anche quest’anno, così come nelle precedenti edizioni, l’undicesima Festa del Cinema di Roma, in programma nella Capitale da domani, 13 ottobre, fino al 23 del mese, offrirà la proiezione accessibile alle persone con disabilità sensoriale di due film italiani, entrambi in programma presso la Sala Mazda Cinema Hall dell’Auditorium Parco della Musica (ore 20).

Si tratta di Sole, Cuore, Amore di Daniele Vicari, previsto per il 15 ottobre e di 7 minuti di Michele Placido (21 ottobre), che si avvarranno di audiodescrizione e sottotitolazione, a cura del Servizio Sub-ti.

L’occasione è propizia a Laura Raffaeli, presidente diu Blindsight Project, per ricordare innanzitutto che «sono ancora molte le difficoltà che si incontrano per avere un film accessibile in Italia, mentre ad esempio l’articolo 30 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport), ovvero la Legge 18/09 dello Stato Italiano, vorrebbe che le persone con disabilità avessero «accesso a programmi televisivi, film, spettacoli teatrali e altre attività culturali, in formati accessibili».

«Tante sono le cose che bisognerebbe dire – prosegue Raffaeli -, quando si affrontano temi quali la mobilità e l’autonomia di chi è disabile sensoriale in questo Paese, ma una cosa è certa: dopo anni di nostro duro lavoro, e anche grazie alla collaborazione della Fondazione Cinema per Roma, unica organizzazione che ha finora accolto senza riserve le nostre richieste di abbattimento delle barriere sensoriali e di adeguamento ad altri Paesi europei per ogni proiezione, le persone con disabilità sensoriale sono finalmente molto interessate al cinema e a tutto ciò che ruota intorno ad esso, come testimoniano gli stessi voti alle pellicole in gara al festival e anche le discussioni sui social network riguardo un film. Il tutto pensando poi che si è partiti dal nulla assoluto».

«E tuttavia – conclude la Presidente di Blindsight Project – si contano finora sulle dita di una mano le proiezioni accessibili a tutti, alla Festa del Cinema di Roma, appunto, o in qualche altra sala italiana. Chi fa un film, invece, dovrebbe anche pensare a renderlo accessibile, come abbiamo più volte denunciato, senza purtroppo ottenere ancora grandi risultati. Ma in ogni caso siamo pronti a tornare a bussare ad ogni porta, per far sì che nessun cittadino italiano – in altre lingue, infatti, l’accessibilità è una cosa normale da anni – venga più discriminato. E soprattutto non vogliamo più che si dica che “il cinema italiano è inaccessibile a chi non vede o non sente, perché non c’è richiesta e partecipazione”!».

Fonte: Superando.it

12/10/2016