Compartecipazione alle spese: il Consiglio di Stato fissa un punto fermo

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Ieri l’anniversario dell’infortunio dove il pilota perse le gambe. Una tragedia che lo straordinario atleta bolognese ha saputo trasformare nell’inizio di una "seconda vita", diventando esempio mondiale di quanto la disabilità sia anche sinonimo di grandezza

ROMA – Era il 15 settembre del 2001. Sulla pista Eurospeedway del Lausitzring, vicino Brandeburgo, mancavano tredici giri al termine della Champ Car di Germania. Il pilota bolognese Alex Zanardi era in prima posizione e aveva deciso di tornare ai box per un rabbocco precauzionale di benzina, ma al rientro in pista perse improvvisamente il controllo della vettura e, dopo un testacoda, si posizionò di traverso, mentre sulla stessa linea sopraggiungeva ad alta velocità il pilota italo-canadese Alex Tagliani. L’impatto fu violentissimo. Un incidente che ancora oggi rimane uno dei peggiori mai visti sulle piste automobilistiche di tutto il mondo. La vettura di Tagliani che viaggiava a 300 km orari si schiantò contro la monoposto di Zanardi all’altezza delle gambe del pilota italiano, spezzando in due la sua Reynard Honda. Sin dall’inizio fu chiaro che la situazione era gravissima, in molti pensarono che l’impatto fosse stato fatale e che non ci fosse nulla da fare. Alla fine Zanardi uscì dal coma, ma perse ambedue le gambe, che gli furono completamente amputate.

Dall’Inail due protesi per tornare a fare sport. Sono passati dieci anni da quel giorno e oggi Alex Zanardi, col suo sguardo fiero e il sorriso radioso, è diventato uno dei testimonial di come ricominciare si può. In quella che definisce la sua "seconda vita" non ha, infatti, abbandonato le passioni di sempre. Grazie al supporto del Centro protesi INAIL di Vogorso di Budrio ha due protesi che gli permettono non solo di camminare, ma anche di tornare a fare sport. E così, con coraggio e determinazione, ha iniziato un percorso che lo ha riportato a correre nuovamente in auto – nel Campionato europeo turismo con la Bmw – e a disputare la maratona di New York, la gara podistica più affascinante del mondo. Ovviamente in hand-bike, sport di cui è grande appassionato.

In prima linea per l’inclusione delle persone con handicap. Da anni, poi, l’atleta bolognese è in prima linea per l’inclusione delle persone con disabilità. E lo fa attraverso la sua immagine solare e la sua ironia. Su Raitre ha condotto, così, il programma in prima serata "E se domani". Ma quella di conduttore televisivo è solo l’ultima tappa della carriera di Zanardi, che si è cimentato anche con la penna, curando la prefazione del libro "Paralimpici. Lo sport per disabili: storie, discipline, personaggi" del giornalista scrittore Claudio Arrigoni. Il prossimo traguardo sono le Paralimpiadi di Londra 2012. Che affronterà con la sua solita determinazione. Solo qualche anno fa, ospite al famosissimo show di David Letterman non perse l’occasione di scherzare sulla sua disabilità. Mostrando le sue gambe/protesi fatte di leghe speciali, ironizzò dicendo: "Ora se avrò un incidente non ci sono grossi problemi. Posso rimettermi a posto da solo: ho solo bisogno di una chiave inglese". (ec)

Fonte: superabile.it

20/09/2011