PESCARA. La quinta commissione affari sociali della Regione Abruzzo ha convocato mercoledì i rappresentanti delle associazioni disabili per discutere sui tagli previsti dalla manovra finanziaria.
A rischio azzeramento c’è il fondo nazionale per la non autosufficienza, così come si rischia la riduzione di pensioni di invalidità, di indennità di accompagnamento e di assistenza domiciliare. Una mano tesa, quella della quinta commissione, in linea con quanto annunciato dalla consigliera regionale e presidente Nicoleta Varì, in occasione della manifestazione dei disabili del 31 agosto scorso, “funerali alla disabilità”. «Sono compiaciuta», ha commentato soddisfatta Simona Petaccia, presidente dell’associazione “diritti diretti onlus”, «perché, assieme a Camillo Gelsumini (presidente Uildm Ch-Pe), Claudio Ferrante (presidente associazione “carrozzine determinate Abruzzo”), Nicolino Di Domenica (responsabile movimento “vita indipendente Abruzzo”), sono stata convocata per un problema di questa portata».
E la Petaccia ribadisce il suo impegno «ad evitare un olocausto silenzioso che affonderebbe i diritti sanciti dalla Convenzione Onu sulle persone con disabilità e, con essi, le stesse persone disabili perché private dei mezzi economici necessari a retribuire chi li aiuta a svolgere i loro bisogni primari: alzarsi dal letto, lavarsi, mangiare, andare in bagno».
«E’ per questo che, dopo la riunione», conclude, «ogni parlamentare della Regione Abruzzo si dovrà fare portavoce a Roma del documento ufficiale che sarà inviato al Governo italiano per chiedere di non minacciare i diritti già acquisiti dalle fasce più deboli della società: disabili, anziani e bambini». Ma che cosa rischiano i disabili se la manovra così come formulata andrà in porto? I tagli previsti dal documento finanziario sono la ciliegina sulla torta di una settore, il sociale, già compromesso in Abruzzo.
L’elenco è lungo e va dall’abrogazione dei fondi per l’abbattimento delle barriere architettoniche (legge numero 13 del 1989 annullata da un regolamento regionale), al fallimento della legge 68/99 sull’occupazione obbligatoria, alla piaga delle pensioni d’invalidità che ammontano a 260 euro mensili, alla mancata applicazione della legge che dovrebbe regolare la Consulta Regionale sui problemi dell’handicap (legge regionale n. 53/1995). E’ su questa base che vanno ad inserirsi le decurtazioni previste dalla manovra che porterà tagli all’indennità di accompagnamento da 487,39 euro al mese e alla pensione di invalidità civile da 260,27 al mese, così come l’azzeramento del fondo di non autosufficienza da 300 milioni di euro del 2008 a 0 euro per il 2011. Si parlerà di tutto questo in commissione?
di Marirosa Barbieri
Fonte: primadanoi.it
07/09/2011