Dalla sedia a ruote ai tessuti aerei: Lauren Watson, acrobata paraplegica

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È stato firmato nei giorni scorsi un protocollo d’intesa tra l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e il CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi), allo scopo di attivare un servizio di sostegno psicologico a favore dei genitori e delle famiglie dei bambini e dei ragazzi ciechi e ipovedenti, attraverso l’azione di psicologi e psicoterapeuti professionisti.

«Il momento in cui un genitore riceve la notizia che il proprio figlio ha un disturbo visivo – spiegano dall’UICI – costituisce un’esperienza traumatica, accompagnata da un susseguirsi di emozioni forti: il dolore per la perdita della possibilità di essere genitori di un figlio sano; il senso di colpa legato al timore che il deficit sia dovuto a un problema genetico non precedentemente diagnosticato; l’ansia e la paura per l’incolumità fisica del bambino/ragazzo e per quello che gli riserverà il futuro nella sfera affettiva e lavorativa. La situazione poi si complica ulteriormente se al deficit visivo si aggiungono altre minorazioni».

In che modo quindi assistere ed educare un figlio con problemi visivi? Qual è l’atteggiamento corretto? Come si può evitare il progressivo aumento del trauma psicologico?

«Questo protocollo d’intesa – spiega Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI – nasce proprio per rispondere a queste domande. Offriremo un servizio capillare in tutte le Regioni d’Italia, per dare supporto alla parte più debole, rappresentata dai bambini e dalle loro famiglie. Troppo spesso ci dimentichiamo delle famiglie, che quotidianamente si trovano a dover affrontare i problemi derivanti dalla cecità dei loro figli».

«Si tratta di un’iniziativa importante – sottolinea dal canto suo Fulvio Giardina, presidente del CNOP – che crea nuovi spazi professionali per la nostra categoria, aprendo, contemporaneamente, un contesto di impegno sociale di qualità. Nel nostro sito e su quelli degli Ordini territoriali, pubblicheremo prossimamente le news sul tema e i format per le adesioni da parte dei colleghi interessati».

L’iniziativa, va segnalato, è andata in porto soprattutto grazie all’impegno di Katia Caravello, psicologa e psicoterapeuta, referente nazionale del gruppo di lavoro attivato presso l’UICI e di Luigi Gelmini, vicepresidente dell’UICI stessa.

Fonte: Superando.it

14/10/2015