Malattie muscolo-scheletriche triplicate nell’ultimo decennio. In aumento le denunce nel commercio
Le cause posture sbagliate, sollevamento pesi, movimenti ripetuti sui luoghi di lavoro. I settori più colpiti agricoltura e costruzioni, ma anche settori meno a rischio. Nel commercio 2 mila casi, il 25 per cento riguarda i commessi dei negozi
ROMA – Posture sbagliate, sollevamento pesi, movimenti ripetuti sui luoghi di lavoro col tempo possono dar luogo a vere e proprie patologie. In particolare quelle dell’apparato muscolo-scheletrico rappresentano ormai la malattia professionale più diffusa nel nostro paese. Insieme a quelle osteo-articolari, sono infatti oltre il 65% delle malattie professionali denunciate all’Inail, ovvero circa 30.500 su un totale di 46.500. In pratica, nell’ultimo quinquennio, il loro numero si è più che triplicato mentre, nello stesso periodo temporale, tutte le altre malattie professionali sono diminuite nel complesso del 4%. Tra i settori più a rischio l’agricoltura (con seimila denunce nel 2011, oltre il 20% del totale) e le costruzioni (circa 4.500 casi). Ma anche settori considerati meno pericolosi come il commercio hanno fatto registrare oltre duemila casi, con il 25% delle denunce da parte dei commessi di negozio, seguiti dai magazzinieri (9,2%). I dati sono contenuti in un una ricerca teorico-sperimentale dall’Anmil (su elaborazione dati Inail) realizzata in collaborazione con AnmilSicurezza e la Clinica ortopedica dell’università degli studi di Milano presso l’Istituto ortopedico Galeazzi Irccs, sul fenomeno delle patologie di natura muscolo-scheletrica.
Secondo le statistiche nazionali e internazionali, le patologie muscolo-scheletriche e i disturbi da sovraccarico biomeccanico sono diventati, negli ultimi anni, tra le principali preoccupazioni per la salute e sicurezza dei lavoratori. La più diffusa è l’affezione dei dischi intervertebrali che rappresenta il 35,8 per cento del totale (circa 11.000 casi nell’ultimo anno), seguita con il 32,6 per cento dalle tendiniti (circa 10.000 casi) e dalla sindrome del tunnel carpale con il 18,4 per cento e quasi 6.000 casi. "Si tratta, in generale, di forme patologiche a lenta formazione, che interessano prevalentemente la colonna vertebrale, -sottolinea Franco D’Amico, curatore del rapporto-gli arti inferiori e quelli superiori, con particolare riferimento a spalla, gomito e distretto anatomico mano-braccio". Questi disturbi fisici interessano trasversalmente tutti i settori di attività che richiedono un impegno fisico di un certo rilievo dei lavoratori. Con una prevalenza nell’agricoltura, le costruzioni e il commercio che, da soli, impiegano oltre 5 milioni di lavoratori e rappresentano quasi la metà dei soggetti complessivamente affetti da tali patologie.
Secondo il rapporto la trasversalità del fenomeno si manifesta anche a livello di genere: il rischio di contrarre tali patologie risulta equamente distribuito tra uomini e donne, in linea con la distribuzione degli occupati (60% uomini e 40% donne); un dato quest’ultimo che invece non trova riscontro nel caso degli infortuni sul lavoro dove la percentuale delle donne è nettamente inferiore (30% donne e 70% uomini). Le cause prevalenti delle patologie muscolo-scheletriche sono rappresentate da sollevamento e movimentazione di carichi pesanti, posture incongrue e movimenti ripetuti. Per quanto riguarda l’ età i lavoratori affetti da patologie muscolo-scheletriche sono sostanzialmente più anziani della media. Oltre il 60% ha più di 50 anni, mentre i giovani di età inferiore ai 35 anni rappresentano una quota minima (meno del 5%); l’età media si attesta intorno ai 55 anni, sensibilmente superiore sia a quelladegli infortunati (circa 40 anni) che a quella degli altri tecnopatici (circa 50 anni).
"L’ aumento delle denunce è il frutto eclatante di quella che tecnicamente viene definita ‘emersione delle malattie perdute’, un fenomeno che ha riportato alla luce una serie di patologie di questa natura che, per scarsa conoscenza e sensibilità da parte di lavoratori e datori di lavoro, lunghi periodi di latenza delle malattie, difficoltà nell’accertamento del nesso causale soffrivano di una cronica situazione di sottodenuncia – continua D’Amico -sfuggendo, oltre che alle statistiche ufficiali, anche alla tutela sanitaria ed assicurativa del lavoratore. È quindi un elemento positivo che siano aumentate le denunce e gli indennizzi". Secondo il coordinatore dei servizi statistici dell’Anmil l’origine di tale emersione, è riconducibile a una serie di azioni positive, messe in atto dall’Inail e da varie parti sociali, che hanno portato all’emanazione delle nuove "Tabelle delle malattie professionali" (D.M. 9 aprile 2008) l’elenco cioè di quelle malattie che godono della cosiddetta "presunzione legale d’origine", esonerando il lavoratore dall’onere della prova e favorendo così un ricorso più massiccio allo strumento assicurativo.
Fonte: Superabile.it
14/02/2013