"Autismo oggi. Lo stato dell’arte" è stato organizzato dalla deputata Udc Binetti con l’Ido. Obiettivo, "integrare le terapie". Sul fronte opposto i genitori di Angsa onlus difendono la linea guida dell’Iss: "Basta perdere tempo, applicare ai bambini italiani con autismo quanto il mondo intero ha da tempo deciso che sia necessario fare"
ROMA – Integrazione delle terapie e coinvolgimento di esperti di diversi settori, associazioni e famiglie. Ma anche aggiornamento delle conoscenze, "evitando contrapposizioni culturali". Queste le richieste dei promotori del convegno "Autismo oggi. Lo stato dell’arte" che si è tenuto ieri a Roma, su iniziativa della deputata Udc Paola Binetti e dell’Ido, Istituto di ortofonologia. Un convegno voluto in particolare da chi, alcuni mesi fa, non si trovò d’accordo con le Linee guida emanate dall’Istituto superiore di sanità sul trattamento dell’autismo, ritenendo quelle linee partigiane di un metodo (quello cognitivo-comportamentale, Aba secondo l’acronimo usato a livello internazionale che sta per Applied Behavioral Analysis) a scapito, affermavano, di altri come l’approccio psicoanalitico. Insomma, un tornare sulla questione per riuscire ad aprire una breccia nella scelta operata mesi fa dall’Istituto superiore di sanità e condivisa da una diversa parte della comunità scientifica e da associazioni tra le quali l’Angsa onlus, l’Associazione nazionale dei genitori di soggetti autistici. Ieri a Roma i promotori del convegno hanno voluto, come affermano in una nota, "fare il punto sulla salute dei minori, con il numero di malati che si stima raddoppi ogni sei anni e che tra 5 anni – affermano ancora – potrebbe colpire un bambino ogni 50". Per l’esponente centrista Binetti "c’è bisogno di integrare i modelli terapeutici seri nelle varie fasi del percorso evolutivo del soggetto autistico", perché le linee guida presentate dall’Istituto superiore di sanità lo scorso gennaio "ci sembrano sbilanciate, non essendo capaci di garantire – è sempre l’opinione di Binetti – i diversi modelli di trattamento".
Su altri fronti Angsa onlus che, alla vigilia del convegno di Roma, ha voluto ribadire la volontà di "difendere" la linea guida n.21 dell’Istituto superiore di sanità sull’autismo e sprona a una sua immediata applicazione, non perdendo di vista ciò che potrà emergere da nuovi studi e che potrà via via aggiornare il testo attuale. "Siamo contrari alla petizione proposta e riproposta dalla schiera di professionisti che non vi si vogliono adeguare" scrive l’organizzazione. "Con questi non vi è possibilità di confronto perché non accettano le regole della scienza e della medicina moderna, basata sull’evidenza delle prove. La revisione della Linea guida dovrà essere fatta anche prima della scadenza programmata, soprattutto se vi saranno nuovi e più efficaci interventi, da noi tutti auspicati, ma ora la Linea guida deve essere applicata". L’Angsa critica l’organizzazione del convegno, al quale sarebbero stati invitati esponenti delle "vecchie e false teorie psicogenetiche" legate anche alla pratica della parentectomia (allontanamento del figlio dai genitori considerati causa dell’autismo) e critica il fatto che non sia stato invitato invece "nessun esponente della scuola comportamentale e neppure uno psicopedagogista che sia esperto dell’Esdm (Early Start Denver Model, programma di sviluppo specifico che definisce le abilità da insegnare in ogni dato momento, ndr), che la Linea guida dichiara efficaci per migliorare le disabilità tipiche della sindrome autistica". Si critica, inoltre, il mancato confronto, che l’occasione poteva offrire, con associazioni nazionali di genitori, "nonostante la Linea guida, riprendendo le indicazioni di Schopler, li indichi come essenziali co-terapeuti per un trattamento efficace". Secondo l’Angsa "non si può più perdere altro tempo per applicare ai bambini italiani con autismo quanto il mondo intero ha da tempo deciso che sia necessario fare: educazione speciale precoce, intensiva e strutturata secondo i principi dell’analisi applicata al comportamento. Resta sempre la libertà di andare fuori della Linea guida, purché i genitori siano consapevoli del rischio di abbandonare la via maestra. La scelta dell’educazione dei figli, anche se con bisogni molto speciali come nel caso dell’autismo, appartiene loro per la nostra Costituzione".
Fonte: Superabile.it
08/10/2012