PIOMBINO. Buche, automobilisti maleducati, barriere architettoniche naturali o inopportunamente create dall’intervento umano. Dopo pericoli e problemi legati a viabilità e pedoni, abbiamo cercato di fotografare i disagi dei cittadini che continuano a essere maggiormente penalizzati: gli invalidi. Uno scalino che interrompe all’improvviso il cammino, uno scivolo bloccato da un’automobile, un palo della luce piazzato in mezzo al marciapiede, l’asfalto dissestato. Situazioni indifferenti, o perlomeno facilmente aggirabili da chi si muove autonomamente. Impedimenti insormontabili da chi per spostarsi usa la sedia a rotelle. Ogni giorno si ripetono con una costanza inaccettabile comportamenti o limiti ambientali che rendono la vita in carrozzina una sorta di corsa a ostacoli. Sono bastati pochi giorni di semplice routine e la collaborazione di chi fa della sedia a rotelle il proprio mezzo di trasporto per dare un quadro senz’altro parziale ma già efficace della questione. Andrea ha 41 anni e da quasi altrettanti deve muoversi con la carrozzina. Andrea è mio fratello e in una domenica pomeriggio mi aiuterà a delineare una circoscritta ma concreta prospettiva dei disagi legati alla disabilità. Partiamo per una passeggiata subito dopo pranzo, approfittando delle ore più calde. C’è da dire che negli ultimi anni a Piombino, così come in tutta Italia, si sono fatti passi importanti nel venire incontro ai cittadini con problemi di deambulazione. Quasi ogni marciapiede inizia e finisce con uno scivolo. Una sciocchezza? No, soprattutto rispetto a un senso civico che solo recentemente si è evoluto sotto questo aspetto. Marciapiedi come ostacoli. In via Torino troviamo la prima nota stonata: nei palazzi di fronte alle scuole medie sono presenti un paio di attraversamenti pedonali resi più visibili da un contorno colorato di blu. Il passaggio più vicino a piazza Dante si ferma dall’altra parte davanti a uno scalino che porta in una specie di area verde. Con la carrozzina è fuori discussione poter salire. In via San Quirico un problema simile. Subito dopo il Bar Falcone inizia il marciapiede con opportuno scivolo, che però si interrompe con uno scalino all’incrocio con via Tobagi. Cabine telefoniche e non si passa. In via Lerario, quasi in cima alla strada che allo stop incrocia a sinistra con via Verga e a destra con via Risorgimento, è presente una cabina telefonica che occupa gran parte del marciapiede. Lo spazio per transitare è di 76 centimetri (bordo compreso). La carrozzina di Andrea è larga 50 centimetri, ci passiamo, ma vale la pena ricordare come la sua sia una delle sedie a rotelle (del tipo da spingere) più piccole; e pure in questo caso avremmo potuto rimanere bloccati, se solo un’automobile, parcheggiando, avesse invaso con il “muso” anche di una manciata di centimetri il marciapiede. Pali della luce. In via della Pace si può godere di una meravigliosa vista sul mare grazie alla panoramica. Tuttavia a piedi, con la sedia a rotelle, la situazione si complica. Lungo la banchina i lampioni risultano installati quasi centralmente, vestendo i panni di vera e propria barriera architettonica. Chi ha una carrozzella di modeste dimensioni come la nostra ci passa, salvo incappare dopo pochi metri in una siepe che invade il marciapiede quasi interamente, lasciando liberi appena una quarantina di centimetri. Restando in argomento di pali della luce, si segnala nuovamente quello piazzato sulla banchina in curva all’inizio di viale della Resistenza lato Circolino. Se si ha abbastanza forza di non ribaltarsi a causa della pendenza del marciapiede, ci si imbatte nel fantomatico lampione. Il passaggio tra il muro e la buca creatasi intorno alla base del pilone è di soli 49 centimetri. Non ci passa neppure la sedia a rotelle di Andrea. Barriere naturali e artificiali. In viale Regina Margherita, procedendo verso il porto, sul lato sinistro diventa problematico camminare con la carrozzina, tra i cespugli d’erba incolta e un asfalto costellato di buche e sassi. Ancora più assurda la situazione di via Pertini. Svoltando sulla strada da parco 8 marzo si incontrano in ordine cassonetti della spazzatura, che occorre aggirare, tenendosi il naso tappato, sul lato destro per non rischiare di essere investiti, e poi due panettoni di cemento piazzati tra la carreggiata e la panchina per la fermata dell’autobus, che diventano autentici ostacoli. Automobilisti maleducati. Durante la nostra passeggiata domenicale non abbiamo trovato parcheggi selvaggi o comportamenti scorretti di vario genere. Probabilmente solo grazie all’orario tranquillo. Nelle ore di punta, infatti, la maleducazione regna sovrana. Martedì 7 gennaio, in piena corsa ai saldi, in via Fucini, davanti all’ex tribunale, becchiamo nell’area consentita al parcheggio per invalidi un’auto priva dell’apposito tagliando. La zona è poco fortunata perché quasi tutte le sere, dalle 17 alle 19, è possibile trovare lo stesso scenario. Chi non ha occupato abusivamente il posto invalidi è il proprietario dell’automobile parcheggiata la sera successiva sull’attraversamento pedonale in viale Amendola, così incivile da ostruire il passaggio alle persone in carrozzina, e non solo. Stesso contesto, di sabato sera, dopo cena, in via Zara, angolo via Ferrer. Il conducente della Fiat Cinquecento non trova infatti di meglio che lasciare l’auto esattamente davanti allo scivolo che immette sulle strisce pedonali. In questo caso che fa il cittadino sulla sedia a rotelle? Le scelte sono due: tornare indietro fino a via Grosseto, o continuare su per via Zara fino al passo carrabile di fronte alla vetreria, continuando per un pezzo, però, in mezzo alla strada.
di Francesca Lenzi
Fonte: Il Tirreno.it
16/01/2014