Lunedì convocati in regione i rappresentanti dell’associazione e i dirigenti dell’ente. I bambini malati oncologici potrebbero essere sfrattati entro domenica prossima. La regione Lazio parla di strumentalizzazione politico-elettorale
ROMA – "La regione Lazio sfratta i bambini malati di cancro": è il grido dell’associazione Casa di Peter Pan che dal 1994 si occupa dell’assistenza ai piccoli malati oncologici. Nata dall’esperienza di un gruppo di genitori, la Casa svolge un importante attività di sostegno alle famiglie con bambini affetti da tumori, offrendo assistenza sia materiale che psicologica nel lungo e duro percorso per affrontare la malattia. In particolare, fin dai suoi primi anni di vita, l’associazione si è impegnata a costruire sul territorio romano delle strutture di accoglienza, vere e proprie case dotate di spazi privati e aree comuni, che potessero ospitare gratuitamente quelle famiglie italiane e straniere non residenti nella capitale, costrette a trasferirvisi per curare i propri figli nelle strutture ospedaliere più adeguate dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e del policlinico Umberto I.
Dal 2000 a oggi, sono circa 600 le famiglie di bambini in cura a Roma, ma non residenti, accolte da Peter Pan onlus. Famiglie non solo italiane, ma provenienti in circa il 20% dei casi da diversi paesi del mondo, come Venezuela, Albania, Grecia, Romania, Ucraina, Iraq, Libia, Togo, Palestina, Madagascar. In questi giorni l’associazione sta combattendo una nuova e ancora più aspra battaglia per scongiurare lo sfratto esecutivo dalla sede del Granicolo previsto per domenica 10 febbraio. L’edificio in cui ha sede la onlus era stato preso in locazione fin dagli anni ’90 dall’ente regionale Ipab Irai (Istituti riuniti per l’assistenza all’infanzia), proprietario dell’immobile. In tutti questi anni l’associazione ha sempre provveduto al pagamento regolare dei canoni d’affitto mensili, non macchiandosi mai di morosità. Improvvisamente però, l’ente proprietario ha iniziato ad aumentare esponenzialmente il canone per adeguarlo – sostiene il direttore generale di Peter Pan, Paolo Montino – alle quotazioni commerciali degli affitti nella zona. Al momento del rinnovo del contratto per lo scorso anno, l’ente ha chiesto un’offerta non inferiore ai 20 mila euro al mese che l’associazione, che vive dei soli contributi generosi dei donatori, non è stata in grado di reperire in alcun modo. Scaduti i termini di legge per la morosità, all’amministrazione non è rimasto altro da fare che applicare la legge ed emettere lo sfratto che è previsto per domenica prossima.
Sulla vicenda si è espressa la Regione, che ha respinto l’accusa di voler sfrattare i bambini malati, parlando di un tipico caso di strumentalizzazione politica alla vigilia delle elezioni. La Regione ha ribadito di non avere diretta competenza sull’Ipab Irai, che è un ente assolutamente autonomo, i cui vertici sono stati nominati nel 2010 dall’allora vicepresidente Esterino Montino. Dal canto suo, l’Ipab Irai ha dichiarato in una nota del suo presidente Roberto Crescenzi, che "il procedimento interlocutorio nei confronti dell’associazione Peter Pan, che non consiste in alcun modo in una intimazione di sfratto, come erroneamente comunicato dagli organi di informazione, ed e’ soltanto un atto dovuto in attuazione degli obblighi imposti dalle norme sulla spending review cui anche l’Irai e’ sottoposta". L’Ipab quindi si limiterebbe a procedere ad una rivalutazione dei canoni degli immobili, una misura assolutamente necessaria per evitare di incorrere nelle sanzioni previste in caso di mancata applicazione delle predisposizioni di legge e per il relativo danno erariale.
Per il presidente della Casa di Peter Pan, invece, "si tratta di una decisione tutta politica che dipende non tanto dall’Ipab Irai quanto dalla giunta regionale, che non sembra tenere per niente conto del fatto che in tutti questi anni l’associazione ha reso un servizio assolutamente gratuito e necessario al territorio". Sull’utilizzo futuro dell’edificio inoltre grava il sospetto di un repentino cambio di destinazione d’uso che potrebbe aprire le porte a facili speculazioni. Se per il momento, infatti, lo stabile è ufficialmente accatastato solo per finalità legate ai servizi per l’infanzia, nulla esclude che in futuro, anche con tempi lunghi e grazie a ulteriori investimenti, non si possa procedere al cambio d’uso, rendendolo magari commerciale. Viceversa, se dovesse rimanere adibito a struttura per l’infanzia, come previsto dallo statuto dell’Irai, non si capisce perché – ha spiegato Montino – distruggere una realtà già presente e che funziona come la Casa di Peter Pan.Per lunedì, intanto, è previsto l’avvio di un tavolo di trattative indetto dalla Regione Lazio che ha convocato i vertici dell’Irai e i rappresentanti dell’associazione auspicando il raggiungimento di un accordo soddisfacente per entrambe le parti.
Fonte: Superabile.it
11/02/2013