Donna sfida legge fine-vita: ”Lasciatemi morire”

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PESCARA. Partono gli interrogatori per la truffa delle commissioni d’invalidità della Asl di Pescara: la passerella dei 22 medici e funzionari indagati per il cumulo degli stipendi e dei gettoni di presenza comincia tra il 5 e l’8 agosto prossimi nella caserma della finanza in via Cincinnato. L’indagine ruota intorno agli orari delle sedute sovrapposti agli orari di servizio. Dalla Asl spunta un documento del direttore generale Claudio D’Amario che legittima i capisaldi dell’inchiesta. In un documento di tre pagine riservato ai dipendenti della Asl di Pescara, il manager Claudio D’Amario denuncia un «fatto di notevole gravità» e cioè «la non conforme registrazione degli orari di servizio ai terminali di rilevazione delle presenze». Cartellini non timbrati, dice il manager nell’atto del 7 giugno scorso. È la stessa ipotesi della finanza alla base dell’inchiesta che, coordinata dalla pm Annalisa Giusti, coinvolge 22 medici e funzionari delle commissioni d’invalidità: timbrature omesse per conservare stipendi interi e aggiungere i gettoni di presenza, 50 euro a seduta e in più, per i medici, altri 5 euro per pratica chiusa. Un’altra accusa della finanza, diretta dal comandante provinciale Maurizio Favia, è lo svolgimento delle attività delle commissioni d’invalidità durante gli orari di lavoro: «È fatto divieto ai segretari di commissioni sanitarie», è l’ordine di D’Amario, «dare appuntamento agli utenti negli uffici di appartanenza. Gli accessi di tali soggetti dovranno essere regolati all’ufficio Medicina legale. Ulteriori irregolarità», dice il manager, «si registrano in merito allo svolgimento di orario aggiuntivo rispetto all’orario normale di lavoro». Secondo il documento, è radicata la prassi dei cartellini non timbrati: «Pervengono a questa direzione segnalazioni in merito alla non conforme registrazione dell’orario di servizio ai terminali di rilevazione delle presenze, fatto di notevole gravità. Pertanto», sottolinea D’Amario, «a conferma e integrazione delle precedenti numerose note, circolari e regolamenti aziendali, si precisa: il badge di rilevazione delle presenze è strettamente personale e non può essere utilizzato da nessun altro soggetto diverso dal titolare; tutto il personale deve attestare la propria presenza in servizio in entrata e in uscita tramite l’apposizione della timbratura esclusivamente al terminale della sede di assegnazione». D’Amario censura un’altra furbizia dei dipendenti: «È fatto assoluto divieto di registrare l’inizio e la fine del servizio includendo nel tempo di lavoro il percorso necessario per posteggiare il proprio mezzo di trasporto o per ritirarlo dal parcheggio». Per D’Amario, «le disposizioni costituiscono doveri di comportamento per tutti i dipendenti la cui violazione comporta sanzioni disciplinari». Il manager chiude così: «Auspicando uniformità di comportamenti ispirati a lealtà, correttezza e senso di responsabilità nei confronti dell’amministrazione, dei responsabili e colleghe, nonché della collettività in genere, quali principi etici prima che giuridici, si porgono distinti saluti».

Fonte: Ilcentro.gelocal.it

02/08/2011