Un centinaio di familiari e disabili dell’associazione “Tutti a scuola” stamattina ha manifestato davanti al Parlamento contro le scelte del governo in materia di inclusione scolastica. Nocchetti: “Siamo all’anno zero della scuola”
ROMA – "Ve ne jate o no, ve ne jate sì o no!". Un coro di voci, raccolto attorno a una sedia a ruote imprigionata tra le sbarre, questa mattina in piazza Montecitorio gridava "dimissioni", in italiano e anche in dialetto napoletano. Circa un centinaio di genitori di bambini disabili dell’associazione Tutti a scuola Onlus che assieme ai propri figli sono giunti da Napoli e Avellino a Roma per manifestare contro le scelte del governo in materia di sostegno scolastico e contro una classe politica "non più credibile" che ad oggi ha "smontato pezzo per pezzo la scuola pubblica". Le dimissioni come unica via percorribile per una scuola migliore, spiega, Toni Nocchetti, presidente dell’associazione, che con una citazione ne spiega le ragioni. "Woody Allen diceva in un suo film: ‘Purtroppo, i nostri politici sono o incompetenti o corrotti. Talvolta tutt’e due nello stesso giorno’. Credo che in questo momento questa maggioranza di governo abbia sintetizzato brillantemente il pensiero di Allen: l’incompetenza e la corruzione. Con questi politici non si va da nessuna parte, questi se ne devono andare. Dimissioni!".
Al centro della piazza le sbarre. Una cella vera, in metallo, con una sedia a ruote dentro, senza via di scampo. Tutt’intorno striscioni e bandiere ai piedi di un obelisco ormai presidio di diverse proteste. "La disabilità è ridotta alla segregazione – spiega Nocchetti -. Si raccontano un sacco di bugie sui disabili e si individua una categoria sociale, anzi c’è una identificazione razziale nella disabilità come appare nell’ultima manovra finanziaria". Ai polsi dei manifestanti, infatti, un polsino di carta dice "invece di una finanziaria, una legge razziale". Ma è l’integrazione scolastica la principale preoccupazione di oggi. "Siamo all’anno zero della scuola – spiega Nocchetti -. La scuola pubblica è stata smontata pezzo per pezzo. I disabili nella scuola pubblica ormai sono ridotti in classi sovraffollate. La Gelmini dice che lo 0,6% delle classi hanno più di 30 alunni. Ed è vero, ma il 30% delle classi ha più di 25 alunni. E se in queste classi ci mettiamo due o tre bambini disabili non siamo in grado di fare inclusione".
Altro tema importante e disatteso, secondo l’associazione è la formazione del personale docente. "La formazione di un insegnante di sostegno o curriculare viene finanziata con 4 euro al mese – spiega Nocchetti -. Sembra serio che con queste cifre si formino docenti che dovrebbero occuparsi delle persone più delicate? È come se una persona dovesse operarsi al cuore e scegliesse di farsi operare da un veterinario che ha ricevuto un aggiornamento con 12 euro da cardiochirurgo". Le cifre suggerite dall’associazione in una nota nei giorni scorsi parlavano di un vuoto tra gli insegnanti di sostegno di circa 65mila unità. Numeri che Nocchetti ribadisce con forza spiegando come "in Italia ci sono 202mila alunni disabili, se questi disabili sono nel 90% dei casi contrassegnati da disabilità intellettiva con connotazione di gravità, possono 94mila insegnanti essere sufficienti? È banale pensare che sono circa la metà del fabbisogno".(ga)
Fonte: Superabile.it
15/09/2011