Duecento milioni per le non autosufficienze. Usala: “Il 21 in piazza senza respiratori”

Duecento milioni per le non autosufficienze. Usala: “Il 21 in piazza senza respiratori”

| 0

Dura e dolorosa la denuncia di Giampaolo Gatti, un ragazzo di 28 anni di San Salvo (Chieti) disabile motorio al 100 per cento affetto da mielomeningocele, una malattia che lo ha costretto sulla sedia a rotelle fin dalla nascita.
Da alcuni mesi lotta contro la trafila di una “burocrazia costosa, lenta, inefficiente e nemica dei malati”.

Al centro della vicenda l’imbottitura del cuscino anti – decubito della sua sedia a rotelle: “Se succede qualcosa alla sedia bisogna prima di tutto recarsi dal proprio medico curante, il quale prescrive una visita specialistica neurologica, controllo che si tiene entro i trenta giorni successivi. A prescrizione finalmente ottenuta, si ritorna presso l’Asl competente, per un ulteriore passaggio necessario a ottenere una copia dell’autorizzazione con la quale ci si potrà recare presso la sanitaria per il nuovo acquisto. Dulcis in fundo, una volta ottenuto il tanto agognato cuscino, bisogna tornare di nuovo alle Asl per superare il collaudo”.

Gatti sintetizza così questo lungo percorso che definisce “illogico e vizioso” ma pone lo spunto per una importante riflessione: “Se non avessi avuto mio padre a occuparsi di me sarei rimasto costretto a letto perché senza il cuscino non avrei potuto usare quella sedia divenuta ormai le mie gambe”.

“Possibile che mentre lo Stato italiano spende annualmente qualcosa come 120 miliardi di euro solo per gli acquisti della pubblica amministrazione, settanta disabili gravissimi hanno dovuto fare lo sciopero della fame per ricordare al governo che l’handicap esiste e dal livello dell’assistenza si misura la civiltà di un Paese? Io non mi rassegno all’idea che una inutile sfilza di fogli di carta debba decidere il mio futuro e il mio destino: finché avrò voce, per me e per i tanti che sono nelle mie stesse condizioni ma hanno perso perfino la forza di indignarsi, io griderò la vergogna di un Paese che è forte con i più deboli e servo con i (poteri) forti. Io non ci sto”.

Fonte: Disablog.it

09/11/2012