Il Tar del Lazio accoglie il ricorso delle famiglie contro i tagli che assicuravano solo 6 ore di educazione invece di 18. Il Santa Rosa di Viterbo dovrà garantire tutti i docenti necessari.
VITERBO. Il diritto all’educazione è sacro. Anche e soprattutto per i disabili. Non ci sono manovre, tagli o problemi d’organico tali, insomma, che possano far mancare loro gli insegnanti di sostegno, necessari per almeno 18 ore settimanali. Lo ha stabilito il Tar, con una sentenza che, accogliendo il ricorso presentato, per i genitori, dall’avvocato Massimo Pistilli, ha ribadito importanti principi di diritto, condannando, in concreto, il ministero dell’Istruzione alle spese, e imponendo all’autorità amministrativa di provvedere il numero di insegnanti di sostegno necessario agli studenti diversamente abili del magistrale Santa Rosa. “Alla luce del quadro normativo nel quale si inscrive la vicenda – afferma il Tar -, non potrebbe dubitarsi della illegittimità del provvedimento impugnato con il quale, nonostante l’handicap del minore sia qualificato grave, l’amministrazione dichiara l’impossibilità di garantirgli assistenza di sostegno per un numero di ore pari almeno ad un’intera cattedra”. A ogni studente, per effetto dei tagli al personale, si era arrivati a garantire, mediamente, 6 ore di insegnamento, invece delle 18 necessarie. A emanare la sentenza, depositata il 19 dicembre scorso, è stata la sezione Terza bis del Tar del Lazio. “L’esiguità dell’organico – si legge tra l’altro nelle motivazioni – non potrebbe pregiudicare il diritto fondamentale all’istruzione del disabile grave”, in quanto l’Istruzione scolastica, ribadiscono i giudici, “è tenuta a soddisfarle – in deroga al rapporto ordinario docenti-alunni – attraverso contratti a tempo determinato con insegnanti di sostegno; come già prevedeva – si ricorda – la legge 449 del 1997, con norma che – si legge – non è suscettibile di modifica da parte del legislatore ordinario e che sancisce un ineludibile dovere da parte dell’amministrazione scolastica”. Il Tar dispone, quindi, che “le amministrazioni scolastiche avviino e perfezionino con ogni tempestività le iniziative necessarie per assicurare l’adeguata integrazione del personale di cui trattasi in relazione al concreto fabbisogno dell’istituzione scolastica”. Condanna, infine, “l’Amministrazione al pagamento delle spese. E ordina che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. ( nm )
Fonte: Corriere di Viterbo
30/12/2011