CERNUSCO. In un momento difficile per l’economia nazionale e locale, la giunta di Cernusco l’altro giorno ha dato il via libera al progetto «Integralavoro », destinato a 15 persone disabili e alla relativa richiesta di finanziamento di 70mila euro al Ministero dell’Interno (su un costo complessivo di 110mila euro). «È la risposta – ha spiegato il sindaco Eugenio Comincini – alla crisi occupazionale che è sotto gli occhi di tutti ma che colpisce in modo particolare chi è in difficoltà. Permettere a persone con disabilità di poter lavorare, in tempi dove le finanze locali sono limitate ed i bilanci difficili da far quadrare, è un forte segnale di attenzione». Il progetto realizzato dai Servizi Sociali del Comune, è diviso in due ambiti.
In particolare, un primo intervento vedrà coinvolti cinque disabili, con una serie di supporti per sviluppare le abilità dei partecipanti, per meglio utilizzarle in futuro sia nel contesto familiare che in quello professionale. Il secondo, attraverso la stipula di convenzioni con aziende , mira all’inserimento lavorativo dei disabili con l’ausilio delle «borse lavoro». L’obiettivo è quello di attivare 5 borse lavoro per persone disabili che hanno già beneficiato di programmi di integrazione sociale ed altre 5 per persone disabili in possesso dei requisiti per l’inserimento nel mondo del lavoro. Tutte le borse lavoro avranno una durata di sei mesi. «Con questo progetto – ha affermato l’assessore alle Politiche Sociali Rita Zecchini – vogliamo ribadire l’importanza dell’inserimento lavorativo e il diritto ad una vita autonoma per le persone disabili così come previsto da molte convenzioni mondiali». Un obiettivo che da sempre vede impegnata l’amministrazione cernuschese, che sostiene 80 alunni con portatori di handicap nelle scuole dell’obbligo e che ogni anno è accanto alle famiglie nel cercare di dare risposte lavorative alle persone disabili. «Con questo progetto – ha concluso l’assessore Zecchini – cerchiamo di implementare l’offerta occupazionale a giovani che hanno terminato il percorso scolastico e sono in attesa di nuovi percorsi». Il progetto nasce dal crescente bisogno, da parte della popolazione, di specifici servizi per le persone disabili. Nel breve futuro, infatti, si stima che una fetta di cittadini disabili minorenni, già in carico al Punto unico di accesso disabili (Puad) avranno bisogno di strutture di riferimento per integrarsi dal punto di vista sociale e professionale.
di Pierfranco Redaelli
Fonte: Avvenire
09/09/2011