A Roma il convegno nazionale dedicato all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità mentale. Su un campione di 1.000 aziende, il 6,2% occupa una persona disabile, di cui il 2,2% con disturbi psichici. Imprese virtuose nel nord ovest (54%)
ROMA. Sono ancora poche le aziende italiane che impiegano lavoratori disabili, ancora meno quelle che impiegano lavoratori con disturbi psichici. Chi lo fa, però. Ne è soddisfatto. E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’indagine dell’Isfol realizzata nell’ambito del programma Pro.P., che ad oggi vede coinvolte ben 9 regioni Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Campania, Marche, Sardegna e Veneto. Alcuni dati dell’indagine sono stati presentati stamattina a Roma, nel corso del convegno nazionale “Si può fare in azienda. Aziende, lavoro e disturbo psichico”. Obiettivo della ricerca è mettere a fuoco gli elementi che influiscono sull’entrata in azienda e sul mantenimento del posto di lavoro delle persone con disturbo psichico, rilevare i dati relativi agli inserimenti lavorativi e tracciare l’identikit delle aziende virtuose. L’indagine è stata strutturata in due parti: la prima, di tipo quantitativo, è stata realizzata mediante la somministrazione del questionario a 1500 aziende, per rilevare gli atteggiamenti e i comportamenti dei datori di lavoro nei confronti dell’inserimento lavorativo delle persone disabili; la seconda, di tipo qualitativo, si è svolta con 26 interviste a datori di lavoro che hanno inserito nelle loro aziende persone con disturbo psichico, per esaminare le dinamiche, le necessità, le possibilità e le criticità che accompagnano il percorso di inserimento.
Su un campione di 1000 aziende esaminate, il 6,2% occupa una persona disabile, che però solo in pochi casi (0,6%) riceve una retribuzione. Appena il 2,2% dei lavoratori disabili impiegate ha un disturbo psichico Il dato migliora però nello studio del secondo campione dato da 495 aziende con oltre 15 dipendenti dove la quota di imprese che adempiono all’obbligo arriva al 45,5%. Per quanto riguarda le imprese virtuose, queste sono collocate soprattutto nel centro e nel nord-ovest (54%), svolgono attività industriali (58%) e hanno oltre 250 addetti (64%). Il 50% degli intervistati ritiene valida e reciprocamente arricchente l’esperienza di lavoro realizzata con i lavoratori disabili psichici. Inoltre, contrariamente a quanto si crede, l’esperienza effettuata non implica alcun cambiamento nella organizzazione del lavoro all’interno dell’azienda.
Fonte: Redattore Sociale
19/01/2011