Fratelli disabili: la storia di Anna, Debora e Giulia

Fratelli disabili: la storia di Anna, Debora e Giulia

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Succede a Prato. Famiglia e ragazzo, 14enne con autismo, tenuti all’oscuro della gita. "Comunque c’è qualcuno a coprire Niccolò". La mamma: "E’ un ragazzo abituato a viaggiare, dovevamo poter valutare la sua partecipazione alla gita. E’ discriminazione"


PRATO. “In effetti… tutti gli altri compagni vanno in gita due giorni, ma comunque c’è qualcuno a coprire Niccolò". E’ questa la risposta che la mamma di un quattordicenne con autismo, la signora Eva Maggiorelli, si è sentita dare dalla scuola qualche mattina fa quando, accompagnando il figlio come ogni mattina, si è trovata davanti il pullman e i compagni di classe di Niccolò che salivano pronti a partire per la gita. Né lei né il figlio ne avevano saputo nulla fino a quel momento. “Non capisco cosa stia succedendo… – si chiede la signora Eva -, mi sono persa qualche comunicazione della scuola? Ho fatto confusione con i troppi impegni dei miei tre figli?”.

“Chiamo al volo l’insegnante di sostegno chiedendo cosa avrebbe dovuto fare oggi Niccolò a scuola – racconta nella lettera aperta inviata al portale Superabile.it per raccontare l’accaduto -, lei mi risponde di essere assente per motivi personali ma di non preoccuparmi perche il ragazzo è ‘coperto’. Rispondo che ho visto i compagni prendere un pullman. Mi sento rispondere che in effetti gli altri vanno in gita due giorni, ma che comunque c’è qualcuno a coprire Niccolò”. La mamma rimane stupita: “Perché non mi è stato detto niente della gita? Non mi è stato detto che c’erano problemi a portare il ragazzo in gita, non mi è stato chiesto di valutare se la gita era adatta a lui (cosa che avrei fatto in tutta tranquillità)? Niente di niente.. se non avessi visto il pullman, non lo avrei saputo”.

Niccolò ha qualche problema a parlare e non avrebbe saputo raccontare cosa era successo. “Allo stesso tempo è un ragazzo molto abituato a viaggiare – riferisce mamma Eva -, che ha sempre fatto gite ed esperienze anche di più giorni fuori casa senza problemi. Non è nemmeno la discriminazione palese che è stata fatta al ragazzo la cosa che mi avvilisce di più, ma il fatto che non sia stato detto niente né a noi né soprattutto a lui!”. Eva Maggiorelli è presidente di una piccola onlus, Orizzonte Autismo, con sede a Prato, e ricorda come grazie all’impegno di questa associazione e in collaborazione con Asl e Comune “dal 2012 sono stati fatti corsi specifici sull’autismo con lezioni sia d’aula sia teorico-pratiche su singoli bambini e ragazzi. Tra le strategie da adottare con i nostri ragazzi è stato ripetuta fino alla noia l’importanza di dare prevedibilità alle loro giornate, di comunicare in modo semplice e chiaro le variazioni di routine, gli eventi particolari (con modalità diverse a seconda del ragazzo che vanno dal Pecs (è l’acronimo di Picture Exchange Communication System, sistema di comunicazione basato sullo scambio di immagini, ndr), ad agende visive e a semplici comunicazioni scritte o orali. Invece – commenta con rabbia e amarezza Eva – qui si fa arrivare in classe un ragazzino autistico che si trova solo, senza i compagni e senza l’insegnante di sostegno, senza dirgli niente! Poi magari ci si stupisce se si innervosisce o se ha comportamenti problema! O non si è capito nulla dell’autismo e tutto il lavoro fatto non è servito a nulla o lo si voleva in ogni modo escludere dalla gita, infischiandosene delle sue reazioni. Francamente – conclude la mamma di Niccolò – non so quale sia l’ipotesi che mi amareggia di più”.

La signora Maggiorelli ha voluto raccontare questa storia sui gruppi Facebook in cui si parla di autismo “e mi sono arrivate tantissime testimonianze di esperienze simili, o di altre pratiche discriminatorie. Ancora una volta devo constatare con grande amarezza che la strada per l’inclusione è ancora lunga e che sull’autismo, malgrado sia una sindrome molto diffusa e in continua crescita e di gran lunga la causa di handicap più comune oggi nelle nostre scuole, l’ignoranza e il pregiudizio sono ancora abissali”.

Fonte: Redattore Sociale.it

06/05/2014