L’assunzione di farmaci è raddoppiata e il numero delle persone con problemi psicologici è aumentato dell’80%. Crescono problemi cardiaci, renali, tiroidei, diabete e insonnia. I risultati di una ricerca di Gus, "180 Amici Onlus" e università di Camerino
L’AQUILA – L’assunzione di medicinali per la cura di malattie fisiche di diversa natura è raddoppiata nel dopo terremoto, mentre il numero delle persone con problemi psicologici è aumentato dell’80%: sono i primi dati offerti dalla ricerca che il Gus, Gruppo umana solidarietà di Macerata ha portato avanti insieme all’aquilana "180 Amici Onlus" e all’Università di Camerino. Un’indagine di ascolto attivo che nell’ambito del progetto "Centra l’ascolto" finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ha portato i ricercatori volontari ad incontrare e ascoltare un campione di abitanti di tre delle 19 new town in cui sono ospitati gli aquilani. Come stanno gli aquilani a due anni e mezzo dal sisma? Aumentano problemi cardiaci, renali, tiroidei, diabete e insonnia e tra i fattori stressanti legati all’esperienza del terremoto sono state evidenziate significative difficoltà economiche dal 18,7% del campione e, nel 69,2% dei casi, tali difficoltà risultano ancora attuali.
I dati, sebbene negativi, si attestano secondo il professor Massimo Mari, psichiatra e Responsabile della ricerca scientifica del progetto, nella media delle altre catastrofi recenti, dalla guerra in Kosovo allo tsunami del 2004. Unica cura a questo malessere diffuso sembra essere la possibilità di una ricostruzione delle relazioni sociali e un ritorno al protagonismo dei cittadini nella vita del proprio territorio, di certo non favorita dalla vita in quartieri la cui "urbanistica, secondo la sociologa Arianna Di Cesare, sembrerebbe non favorire la creazione di nuove reti sociali sul territorio, poiché priva di luoghi di socializzazione, di punti di aggregazione e di servizi". "Tale struttura pare aver compromesso – continua – anche il naturale sviluppo di rapporti di vicinato, favorendo per contro una sorta di diffidenza generalizzata. In questo contesto si pone anche il problema dell’identità degli aquilani. L’aspetto delle New Town – infine – sembra quello di un ‘non luogo’ per la sua natura a-storica, non relazionale e non identitaria".
Tutta colpa del terremoto? Gli aquilani non sembrano esserne convinti e con loro neanche chi ha condotto la ricerca: Emanuele Sirolli, uno dei ricercatori sostiene infatti che: "In seguito al terremoto del 6 aprile 2009 parte della popolazione aquilana sembra essere tendenzialmente depressa e avere un atteggiamento generalmente apatico e delegante verso la pianificazione della vita futura. Ritengo che questi problemi possono essere causati non tanto dal terremoto del 6 aprile, ma piuttosto dalla gestione dell’emergenza post-sismica che ha causato dinamiche istituzionalizzanti".
di Elisa Cerasoli
Fonte: superabile.it
26/09/20011