In molti lo hanno notato, l’ultima sollecitazione arriva da Camillo Gelsumini del "Movimento vita indipendente" Abruzzo: "Si poteva utilizzare l’occasione per avere un quadro preciso di quanti siano le persone con disabilità in Italia". La replica dell’Istituto di statistica: "Il censimento generale ha l’obiettivo di produrre un quadro informativo sulle principali caratteristiche strutturali della popolazione, ma non si chiedono dati sullo stato di salute".
ROMA – Quante sono le persone disabili in Italia? Un segreto custodito meglio di tesori d’arte come la Gioconda o la Pietà di Michelangelo, secondo Camillo Gelsumini, del Movimento Vita indipendente Abruzzo. Per svelare finalmente il mistero un’ottima occasione poteva essere il recente censimento realizzato dall’Istat. "Sarebbe potuto essere uno strumento formidabile per il rilevamento di quei dati che interessano tutti coloro che si occupano, magari volontariamente e cioè gratis, di sociale – spiega -. Ciò che sembra interessare con questo censimento è riuscire a desumere dati come: quanti televisori o lavatrici si compreranno nei prossimi 10 anni, quante persone saranno in cerca di appartamenti da acquistare nei prossimi 10 anni. Di sicuro non interessano quei dati che griderebbero al mondo l’enorme quantità di disagio sociale che sarebbe espresso dalle persone "deboli", come ultimamente vengono definite nelle stanze istituzionali". Secondo Gelsumini l’Istat avrebbe potuto inserire nel censimento tra le tante domande, se in famiglia c’è un disabile grave, se è ricoverato, se ha un famigliare dedicato a lui per 24 ore al giorno" e, magari, anche quali problemi comporta. Ma così non è stato. "Quello che interessa sapere fondamentalmente sono notizie sulla casa e sulla composizione famigliare – aggiunge – .Su questi due punti, fateci caso, le notizie che interessano, sono quelle dalle quali si potranno desumere, essenzialmente dei dati, che, dal punto di vista sociologico, indicheranno che tipologia di consumatori siamo stati e potremo essere nel futuro".Denuncia inoltre la generale difficoltà di reperire le informazioni: "perché l’accesso a questi dati, ammesso che esistano e siano attendibili, è quasi impossibile? Eppure, dovrebbero interessare anche tutte quelle multinazionali, per esempio quelle degli ausili, insieme al mondo della sanità e del sociale che vive, sopravvive, specula e spesso si arricchisce sulle spalle della disabilità – sottolinea – .Il fatto è che, se questi dati fossero resi pubblici finalmente si potrebbe fare una seria programmazione e ripartizione nel campo del sociale; finalmente potrebbe esserci una presa di coscienza dell’immenso valore economico della disabilità e, Dio non voglia, lo sconvolgimento sociale potrebbe essere tanto forte che, tutti i potentati che prosperano sull’ignaro e inconsapevole disabile potrebbero tremare".
Interpellato da SuperAbile.it, è arrivata la replica dell’Istituto di statistica: "Obiettivo del censimento generale della popolazione è quello di produrre un quadro informativo statistico sulle principali caratteristiche strutturali della popolazione: rientrano, pertanto, nel piano di rilevazione tutte le variabili necessarie a definire la struttura familiare e le caratteristiche anagrafiche e socio-economiche dei residenti sul territorio italiano. Molti quesiti contenuti nel questionario di censimento sono richiesti obbligatoriamente a livello internazionale e sono gli stessi rilevati in tutti i Paesi dell’Unione Europea; tra questi non rientrano quelli volti a raccogliere informazioni sullo stato di salute". Rispetto ai dati sulla disabilità l’Istat aggiunge che "nel Regolamento europeo per i censimenti, nel Foglio di famiglia del 15° censimento generale della popolazione e delle abitazioni sono state inserite anche quattro domande riguardanti le difficoltà che una persona può incontrare nello svolgere alcune attività della vita quotidiana.Tali domande (che non hanno come obiettivo quello di raccogliere informazioni sullo stato di salute) sono state formulate a partire dalle indicazioni del Washington group on disability statistics (WG) e recepiscono quanto previsto dall’International classification of functioning, disability and health dell’Organizzazione Mondiale della Sanità". "Per rilevare il fenomeno della disabilità in Italia, l’Istat conduce una indagine campionaria sulle Condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari, che fa riferimento a una batteria di quesiti predisposti da un gruppo di lavoro dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sulla base della classificazione Icidh dell’Organizzazione mondiale della Sanità – aggiunge l’Istat – . L’indagine, pur tenendo conto dei limiti degli strumenti utilizzati e della complessità ed eterogeneità del fenomeno, rappresenta la principale fonte statistica a livello nazionale per lo studio delle caratteristiche socio-demografiche, degli stili di vita e dello stato di salute delle persone disabili. L’Istat ha anche il compito di costituire un insieme coordinato e integrato di fonti statistiche sulla disabilità che consenta di fare programmazione sulla base di dati completi e affidabili. In particolare il sito "Disabilitàincifre" (www.disabilitaincifre.it) fornisce dati statistici sulle persone con disabilità in Italia e fa parte del progetto "Sistema di Informazione Statistica sulla Disabilità" promosso dal Ministero della Solidarietà Sociale e realizzato dall’Istat".
Fonte: SuperAbile.it
29/11/2011