Giornata mondiale lotta cancro, ecco la carta europea del malato

Giornata mondiale lotta cancro, ecco la carta europea del malato

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Pubblichiamo, di seguito, gli elaborati dei ragazzi della classe  3^ F della Scuola Secondaria di I Grado dell’Istituto Troiano Delfico di Montesilvano (PE). I ragazzi hanno voluto condividere con noi l’esperienza vissuta nell’ambito del progetto di sensibilizzazione sui diritti delle persone con disabilità realizzato dal nostro Ufficio nell’A.S. 2013/2014 attraverso delle relazioni davvero molto toccanti che noi abbiamo deciso di pubblicare sul nostro sito (una ogni giorno), per condividerle con quanti ci seguono ormai da anni in questo percorso.
Un grazie particolare alla professoressa Annalisa La Vella per la straordinaria sensibilità.

“ Nel mese di dicembre io e la mia classe abbiamo partecipato al Progetto per la sensibilizzazione dei diritti delle persone con disabilità.
Questo progetto è stato adottato dalla nostra scuola e realizzato gratuitamente, soprattutto ad opera di Claudio Ferrante.
Claudio è un grande uomo che, all’età di soli 13 anni, dopo una partita di calcetto con i suoi amici andò a dormire, ma la mattina si svegliò con le gambe completamente paralizzate.
Andò in ospedale dove, nel giro di pochi anni, subì moltissime operazioni, quando sembrava essere tutto a posto e stava per tornare a casa, al bar invece del semplice bicchiere d’acqua, gli fu servita soda caustica. La sua situazione peggiorò e fu costretto a rimanere a lungo in ospedale dove arrabbiato con il mondo intero, cambiò la sua visione della realtà; imparò ad apprezzare ciò che si ha e non essere tristi per ciò che si desidera, ma non si può avere.
Il 4 dicembre ’13 venne in classe nostra, accompagnato da una sua collaboratrice, Alessia Marzuoli, la quale ci fece una lezione teorica: ci parlò della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Tale convenzione venne approvata in Europa a partire dal 13/12/2006, in Italia divenne legge di Stato il 24/02/2009 e fu riconosciuta a Montesilvano il 30/06/2011.
L’ONU è un’organizzazione che nasce nel 1945 per ristabilire la pace in seguito alle Guerre Mondiali. E’ composta da un insieme di istituzioni con un obiettivo comune: garantire la pace e l’amicizia tra gli Stati e migliorare le condizioni di vita delle persone.
La convenzione è, alla lettera, un insieme di regole, ovvero di diritti.
Il diritto è una sorta di legge che ha il compito di proteggere le singole persone dalle discriminazioni.
Già nel 1948 era stata emanata la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo per riaffermare la dignità dell’essere umano in generale che, dopo la guerra, era scesa a livelli bassissimi. In essa ci sono circa 30 articoli che, però, non essendo leggi di Stato, sono rimasti solo sulla carta.
I diritti di questa dichiarazione erano:
-diritto alla libertà   – diritto di poter esprimere le proprie opinioni
-diritto alla vita  -diritto al lavoro   – diritto all’istruzione
-diritto alla sicurezza   -diritto al gioco   -diritto alla felicità.
La convenzione ONU prende maggiormente in considerazione i disabili, ovvero quelle persone che subiscono continue discriminazioni e sono considerati la categoria più bassa all’interno della società.
I disabili sono coloro che presentano diversificazioni fisiche, mentali e sensoriali e che diventano veramente disabili quando si trovano a dover affrontare ostacoli che la maggior parte delle volte sono posti dall’ambiente.
Oggi, infatti, si prende in considerazione il modello “biopsicosociale” che non concepisce più la disabilità come una malattia, ma come una condizione di salute, espressa in un ambiente sfavorevole.
Intanto il modello biopsicosociale riguarda tutti e concepisce i disabili come persone e non più come oggetti.
Spesso, ho sentito alcuni che chiamavano le persone con disabilità persone “speciali” con bisogni “speciali”; basta riflettere giusto un po’, per capire che queste affermazioni non hanno senso. Il bisogno che ha un ragazzino disabile di uscire con gli amici è senz’altro lo stesso che ha un ragazzino senza condizioni fisiche sfavorevoli. La diversità sta nel modo in cui rispondiamo ad essi: per permettere al ragazzino disabile di andare con gli amici, basterebbe abbattere quelle barriere che potrebbero essere date anche da solo mezzo centimetro di asfalto in più.
Inoltre, queste persone sono perennemente vittime del pregiudizio spesso dovuto solo all’ignoranza delle persone; bisogna imparare a conoscere la malattia per sconfiggere questo nemico.
Il 7 dicembre ’13 Claudio ci è tornato a trovare; questa volta era senza Alessia e ci ha fatto domande della serie ”Quanto siete felici da 1 a 10”? e solo uno di noi ha risposto 10. Tutti gli altri, compresa me, non erano felici solo per cose dovute a beni materiali come un qualcosa che i genitori non ci facevano fare o comprare, per un brutto voto o altre inezie varie.
Ma attraverso una serie di video e storie commoventi è riuscito a far cambiare l’opinione di ciascuno di noi, portando l’asticella della nostra felicità a 10 e facendoci imparare ad apprezzare ciò che abbiamo perché nella vita nulla ci è dovuto!!
Il progetto si è purtroppo concluso il 17 dicembre ’13 quando alle 9:10 ci siano recati in piazza del Comune; alcuni volontari ci hanno fatto mettere nei panni delle persone con disabilità.
Siamo arrivati e abbiamo aspettato che le altre classi finissero il percorso. Dopo ci siamo accomodati sulle carrozzine e siamo stati divisi in due gruppi: uno sarebbe andato a destra e l’altro a sinistra.
Io ero nel gruppo di sinistra. L’obiettivo era percorrere solo pochi metri; (forse una cinquantina) ma abbiamo incontrato tantissimi ostacoli. Il marciapiede era disastrato e le carrozzine facevano fatica a camminare senza ribaltarsi. Avevamo fatto sì e no 10 metri e già si presentava il primo ostacolo: la discesa!! Era veramente troppo ripida ed era impossibile scendere se un signore da dietro non ci avesse aiutato. Infatti, iniziando a scendere, il poggiapiedi toccava il terreno e rimanevamo bloccati. In tutto il tragitto non siamo mai riusciti ad essere autonomi infatti poco più in là, si presentò il secondo ostacolo: una salita!
Qualche maleducato aveva fatto fare al proprio cane i bisognini proprio lì e, considerando anche che la salita era davvero molto ripida, se il volontario dietro non ci avesse sollevato, sarebbe stato impossibile non prenderli e quindi le ruote della carrozzina si sarebbero sporcate e avremmo impiegato diverse ore a pulirle.
Lungo il tragitto ci siamo trovati davanti mille ostacoli ed, ogni volta, senza l’aiuto di qualcuno, saremmo stati bloccati diverse ore lì e, nella maggior parte dei casi, saremmo caduti visto che, se lungo le salitine si forzava la carrozzella, impennava e rischiava di ribaltarsi.
Finito il percorso in carrozzina siamo andati da tre signore non vedenti che ci aspettavano: due di queste avevano un bastone mentre l’altra un cagnolino che le avrebbe fatto da guida.
Siamo stati bendati e affidati a turno alle tre signore. Io sono capitata con Antonella, una delle due signore con il bastone. Mi ha presa sotto braccio e mi ha iniziato a parlare. Era lei che, con il bastone, percepiva ogni singolo cambiamento e mi avvisava se ci trovavamo in prossimità di qualche gradino o della strada; a fine percorso togliere la benda è stato un vero sollievo.
Siamo andati qualche minuto da Claudio che ci ha riposto la stessa domanda: “quanto siete felici??” E noi in coro: “10!!!”
Tornati in classe, Alessia ci ha dato un altro questionario, simile a quello del 4 dicembre e lo abbiamo compilato. Poi li ha ritirati e ha dato uno sguardo ai primi fogli che le vennero consegnati. Sorrideva, penso le piacevano… Poi ha salutato noi ed il professore e si è diretta da Claudio.
In conclusione questa esperienza mi è piaciuta moltissimo e mi ha reso più felice: spero che nel corso dell’anno si facciano più progetti di questo genere.”

                                                                                 Benedetta De Flaviis 3^ F

24/01/2014