Per Giacobini (Handylex)"il regolamento conserva il peccato originale del conteggio delle provvidenze assistenziali: ma dipende dal decreto Salva Italia, cioè dal Parlamento. Comunque si compensa con le franchigie. E urge lotta all’evasione"
ROMA – Un Isee "non ancora perfetto", viziato dal "peccato originale del conteggio delle provvidenze", ma sicuramente uno "strumento migliore di equità": Carlo Giacobini, membro della Fish e direttore di Handylex, condivide solo in parte le posizioni espresse dalle associazioni promotrici della manifestazione del 31 luglio prossimo, che scenderanno in piazza per dire un secco noi alla riforma contenuta nel Regolamento attuativo del Decreto in esame alla Camera dei Deputati. Una manifestazione a cui "la Fish non sarà presente", per tutta una serie di ragioni.
Innanzitutto, "prendere di mira il governo, o il viceministro Guerra, in particolare, significa sbagliare bersaglio – spiega Giacobini -. C’è un grosso problema di fondo, infatti, che resta in questa proposta di riforma: le provvidenze assistenziali sono considerate come reddito. Si tratta, però, di una specie di ‘peccato originale, che il regolamento si porta dietro dalla legge originaria da cui prende origine, cioè il decreto Salva Italia, precisamente l’articolo 5. L’intervento, quindi, va fatto in Parlamento, è la legge che va cambiata: inutile prendere come interlocutore il governo, che obbligatoriamente, nell’elaborare un regolamento, deve seguire le indicazioni di legge. E in quelle indicazioni c’è questa iniquità". Una posizione, questa, che "lo stesso presidente della Fish, Pietro Barbieri, ha ribadito durante la Conferenza di Bologna: e su questo, cioè sulla modifica della legge in Parlamento, continueremo a batterci".
Alte criticità del nuovo Isee "sono del resto già state risolte, proprio grazie all’intervento della Fish, che su questo tema ha un’attenzione costante. All’inizio del 2012, tabelle e cifre alla mano, abbiamo duramente attaccato la prima bozza di riforma presentata dal ministero, che conteneva gravi sperequazioni rispetto alle famiglie con disabilità. C’è stata quindi una seconda stesura e, dopo ulteriore modifiche, la terza e definitiva versione: certamente migliore della precedenti, anche se conserva il ‘peccato originale’, ma compensa con franchigie ed esenzioni che finiscono per azzerare o quasi il conteggio delle provvidenze economiche. Il nuovo Isee conteggia, ad esempio, indennità di accompagnamento, ma per gli stessi titolari è prevista una franchigia di 6.500 euro (l’indennità è di 5.800 euro l’anno). Tutte le spese sanitarie (compresi ausili, auto adattate, cani guida per ciechi, sussidi tecnici ecc.) possono essere sottratte dall’indicatore reddituale fino ad ulteriori 5.000 euro. Inoltre possono essere sottratte integralmente, per i disabili gravi, le spese per collaboratori domestici, addetti all’assistenza personale e badanti fino alla compensazione completa delle provvidenze assistenziali ricevute".
Riguardo al documento della protesta e alle affermazioni di Maria Simona Bellini, "intanto trovo ingeneroso che si faccia ricadere sull’Osservatorio la responsabilità del regolamento: non c’è stato alcun avallo da parte dell’Osservatorio, che peraltro non è un organo di rappresentanza, ma un luogo di confronto, riflessione e discussione tra diverse realtà che hanno a che fare con la disabilità". Ci sono poi alcuni punti nel documento della protesta che, sempre secondo Giacobini, "non corrispondono al vero: per esempio, il fatto che siano detraibili le spese mediche fino a un massimo di 5 mila euro. In realtà, per quanto riguarda le gravi disabilità, cioè praticamente tutti quelli che ricevono provvidenze assistenziali, sono detraibili tutte le spese mediche, senza limite di spesa, fino a compensazione totale delle prestazioni assistenziali. C’è invece una categoria che viene duramente penalizzata da questo nuovo Isee: quella degli anziani. In generale, quindi, non si tratta di uno strumento perfetto di equità e certo non lo approverei domattina. Anche perché andrebbe prima risolto il problema di fondo: l’evasione fiscale. Uno strumento come questo, infatti, che si basa sull’accertamento reddituale e patrimoniale, finisce per colpire solo chi ha un reddito certo".
Per quanto riguarda poi l’attacco di Maria Simona Bellini alla "oligarchia della disabilità", Giacobini ribadisce "la nostra massima apertura e disponibilità verso tutti i soggetti e le associazioni, anche esterni alla federazione: tanti dei loro temi, come quello del riconoscimento del caregiver familiare, sono diventati anche i nostri tempi. Segno di quanto stiamo attenti alle sollecitazioni esterne. La nostra attenzione, su questa come su altre questioni, resta comunque molto alta".
In conclusione, "si può fare di più e meglio – commenta in sintesi il presidente della Fish, Pietro Barbieri – ma non si può disconoscere che il nuovo regolamento riserva attenzione alle persone con grave disabilità, con disabilità intellettiva, o che intendano – faticosamente – costruirsi una famiglia e un’autonomia personale. Si può fare di meglio – conclude – ma su questo è necessario un impegno del Parlamento per correggere la norma originaria. E già che c’è, per aiutarci a ripensare nella loro interezza le politiche per la disabilità e a garantirne le risorse".
Fonte: Superabile.it
30/07/2013