I disabili (veri) dimenticati dallo Stato

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PALERMO – L’Anffas onlus Sicilia manifesta apprezzamento verso le istituzioni regionali per l’impegno di queste verso l’integrazione socio-sanitaria, per migliorare la quantità e la qualità dei servizi per le persone con disabilità a proposito del disegno di legge regionale sulle “Norme per il riordino dei servizi sociali e per il sistema Integrato dei servizi sociali e socio-sanitari nella Regione Sicilia”. Particolarmente apprezzata è, infatti, la disciplina regionale sull’accesso ai servizi sanitari e sociali. In particolare “La previsione della ‘Valutazione Multidimensionale del bisogno personale e familiare’ – scrive l’Anffas – nonché quale modalità di accesso alle prestazioni socio sanitarie la predisposizione di un piano individuale confermano la bontà e gli effetti positivi della campagna associativa sull’applicazione dell’art. 14 della legge 328/00″. “Si auspica una modifica condivisa con le istituzioni, riguardo al mancato richiamo della normativa regionale vigente del Piano Triennale delle Persone con disabilità e, quindi, della competenza dell’Uvd (unità di valutazione della disabilità) – continua la onlus – quale organismo deputato alla stesura della progettazione individuale nonché il mancato espresso richiamo allo strumento della Svamdi (scheda valutazione multidimensionale disabili) quale modalità di valutazione multidimensionale del bisogno”.

Inoltre, per quanto riguarda la compartecipazione alla spesa ai servizi socio-sanitari l’Anffas “apprezza il disposto dell’art. 17 che evidenzia la ‘situazione economica del beneficiario attraverso lo strumento dell’indicatore della sua situazione economica equivalente’ – dice -. I termini ‘beneficiario’ e ‘ situazione economica’ ed il richiamo fanno ben sperare circa il corretto computo della quota di compartecipazione sulla base della situazione economica del solo utente beneficiario del servizio anziché dell’intero suo nucleo familiare”. Con riguardo poi al “Sistema integrato e Terzo Settore” sempre l’Anffas spera “che possa efficacemente affermarsi il ‘principio della sussidiarietà’ in Sicilia, da intendersi quale rapporto ‘Pubblica Amministrazione-Cittadini Attivi’ non di tipo ‘gerarchico-sovraordinato’ ma riconoscendo un ruolo attivo e di compartecipazione al cittadino, così che lo stesso possa essere compartecipe delle scelte politiche, delle azioni amministrative e delle erogazioni dei servizi”. (set)

Fonte: Disablog.it

07/02/2012