Nel suo viaggio in Terra Santa il pontefice, come prima tappa, sceglie di incontrare in Giordania un gruppo di persone disabili e di rifugiati palestinesi e siriani. Il pontefice ha ringraziato il paese per l’accoglienza ai profughi e ha chiesto alla comunità internazionale di mobilitarsi negli aiuti. Diversi gli appelli per la pace nella "amata Siria"
ROMA – Un appello per la pace nella "amata Siria" e in tutto il Medio oriente, ma anche un invito alla comunità internazionale a non lasciare soli i paesi che danno accoglienza ai profughi e agli esuli. Nella sua prima tappa in Terra Santa il pontefice ha scelto di incontrare in Giordania un gruppo di circa 600 persone composto da rifugiati palestinesi e siriani e da disabili, ribadendo così la sua vicinanza agli ultimi. " Nel mio viaggio ho voluto fortemente incontrare voi che avete trovato rifugio nella ospitale terra di Giordania e al tempo stesso voi, cari giovani, che sperimentate il peso di qualche limite fisico. – ha detto il papa – Il luogo in cui ci troviamo ci ricorda il battesimo di Gesù, che venendo nel Giordano a farsi battezzare da Giovanni mostra la sua umiltà e la sua condivisione della condizione umana. Noi tutti siamo toccati dalle ferite del nostro tempo – aggiunge – specialmente da quelle provocate dai conflitti in Medio Oriente, penso in primo luogo ai conflitti nella amata Siria, lacerata da una lotta fratricida che va avanti da tre anni, provocando innumerevoli vittime e costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli". Il papa ha dunque lanciato un appello per la pace in Siria ma ha anche chiesto alla comunità internazionale di non lasciare soli i paesi che danno accoglienza ai rifugiati, come la "coraggiosa Giordania".
Già al suo arrivo il papa aveva ringraziato i reali di Giordania per quanto il paese sta facendo per i rifugiati: "la Giordania presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo-, ha sottolineato Francesco di fronte a re Abdullah e la regina Rania -tale accoglienza merita la stima e il sostegno della comunità internazionale". "La Chiesa – ha aggiunto il papa-vuole impegnarsi nell’assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania".
Nel corso della sua prima giornata di visita il pontefice ha lanciato diversi appelli per la pace: "la diversità di persone e di pensiero – ha detto – non deve provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre arricchimento. Pertanto, oggi, invochiamo con cuore ardente lo Spirito Santo, chiedendogli di preparare la strada della pace e dell’unità". Il papa ha anche espresso il suo "rispetto e stima per la comunità musulmana". Il viaggio di Francesco proseguirà domani a Betlemme, dove il papa incontrerà anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, nell’ultimo giorno invece è previsto l’ incontro con il gran muftì di Gerusalemme sulla spianata delle moschee, i due rabbini capo di Israele e il presidente Shimon Peres. Poi andrà al Muro del pianto e al museo dell’Olocausto.
Fonte: Superabile.it
27/05/2014