I genitori disabili meritano la serie B

I genitori disabili meritano la serie B

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ROVERETO. Siamo i genitori del ragazzo che tre anni fa, all’inizio della prima media, ha ringraziato la scuola elementare dalla quale proveniva, gli insegnanti, tutti coloro che l’hanno accompagnato lungo la strada dei suoi primi cinque anni di scuola. Lui, dislessico, disgrafico, discalculico, disortografico, tre anni fa è entrato nel mondo della scuola media non senza qualche umana paura, sua e nostra ma sempre con tanta speranza e fiducia. Sappiamo che è difficile avere fiducia nelle istituzioni in questi tempi abbastanza duri, confusi e incerti, ma per un figlio lo fai e così è stato: ripagati al massimo di questa fiducia abbiamo visto nostro figlio crescere sereno, accompagnato con competenza da insegnanti che cercando di comprendere il mondo dei «disturbi specifici dell’apprendimento» (DSA), hanno dato valore alle sue capacità e l’hanno aiutato ad esprimere sempre il meglio di se stesso.
Il giorno dell’esame orale di terza media, guardando il giardino della scuola ha commentato: «quanti ricordi in questa scuola, qui ho trascorso dei momenti veramente belli, mi dispiace andarmene».
Non serve commentare.
Ora è iniziata un’altra tappa, la scuola superiore, quella che accompagna e avvicina al mondo del lavoro i nostri ragazzi.
Nostro figlio l’ha potuta scegliere con tranquillità, grazie ad un progetto-ponte organizzato dalla scuola, ed anche in questo l’impegno e la disponibilità degli insegnanti sono stati lodevoli.
Non ci sono parole che possano manifestare realmente ciò che il nostro cuore vuole dire, «grazie» sembra una parola scontata, ma il nostro è un grazie che viene dal profondo del cuore e che condensa tutta la stima e la riconoscenza che abbiamo nei confronti degli insegnanti dell’Arcivescovile-Dami Inglesi di Rovereto; non li stiamo ad elencare tutti, solo un pensiero particolare all’insegnante Monica che è stata per lui e per noi un riferimento indispensabile, un pensiero alla professor Arlotta che ci ha fatto riscoprire la bellezza della matematica e un grazie speciale alla professor Campedelli che come coordinatrice BES è sempre stata molto presente.
Sono da ricordare anche i due angeli storici nella vita di nostro figlio: la dottoressa Demitri che con la sua competenza e discreta presenza nella nostra vita ci accompagna dalla prima elementare, e Francesca della Casa di Lettura di Verona che attraverso l’uso delle mappe mentali ha insegnato a nostro figlio a velocizzare il suo studio e renderlo sicuramente più «fantasioso».
Vorremmo spendere due parole per tutti gli insegnanti e per tutti quei giovani che scelgono di fare dell’insegnamento la loro futura professione: oggi non si può nemmeno pensare di entrare nel mondo della scuola e non conoscere il pianeta DSA, questo pianeta non è più su una lontana galassia ai confini dell’Universo, questo pianeta è qui, sulla nostra bella terra, è nei nostri bimbi, ci appartiene.
Oggi, in tutto il mondo, sempre più ragazzi vengono riconosciuti con DSA, ma per molti questo riconoscimento avviene troppo tardi, mentre l’attenzione e la cura verso di loro deve essere molto precoce perché solo in questo modo crescono sereni e la scuola non diventa incubo e angoscia.
Non sono affetti da qualche strana malattia, non vanno medicalizzati, sono sani, intelligenti, creativi, solo imparano in modo diverso ed è la scuola che si deve adeguare a loro, non viceversa.
Alle alte sfere ci viene spontaneo chiedere: il fatto che sono sempre più numerosi non fa pensare che forse è necessario qualche cambiamento nel modo di gestire i primi anni di scuola?
Più che al risparmio non sarebbe necessario concentrarsi su qualche necessaria innovazione?
Per la nostra esperienza il ruolo degli insegnanti della scuola elementare nella vita di questi bimbi è fondamentale; oggi non si può non riconoscere e non saper gestire queste situazioni o demandare a chi verrà dopo la presa in carico, addirittura già dalla scuola materna ci sono le prime avvisaglie…
Ci vuole solo tanta buona volontà, competenza che si acquisisce nello studio e pazienza con genitori non sempre informati sull’argomento, non sempre disponibili ad accettare subito la situazione, a volte ostili, ma voi insegnanti, non mollate mai: in parte questi bimbi, come tutti i bimbi seduti nei banchi della vostra classe, vi appartengono. Appartiene a voi una grossa fetta della loro crescita serena, della loro autostima e sarebbe bello che un giorno tutti i bambini e i ragazzi uscendo dal ciclo della scuola dicessero «mi dispiace andarmene».
Sappiamo che oggi la scuola è in crisi, sappiamo che non avete vita facile, sappiamo che nei vostri confronti ci sono sempre più richieste e sempre meno riconoscimenti, ma ricordatevi sempre che non avete a che fare con pezzi di macchine, con uffici, computer e carte, avete bambini, avete la vita, avete il nostro e il vostro futuro.
A voi genitori vogliamo dire che un bambino con DSA deve essere una gioia, pur nella difficoltà tecnica, deve essere una gioia perché vi dà la possibilità di imparare, di crescere, di vedere espressa dai vostri figli un’affettività che neppure immaginavate, sono ragazzi con un’intelligenza vivace, un’intuizione molto grande e una sensibilità speciale.
Collaborate con la scuola, siate presenti, cercate l’aiuto e soprattutto informatevi, oggi non mancano i mezzi, perché davvero questo pianeta-DSA non è più lontano e loro sono il nostro futuro.
A voi tutti bambini e ragazzi con qualche difficoltà auguriamo sempre tanta forza e coraggio: a volte gli adulti non vi capiscono e voi provate tanto dolore dentro.
Ma tenete duro e ricordatevi che i più grandi personaggi della storia da Einstein a Walt Disney, a Leonardo da Vinci e tanti altri avevano un problemino come voi, chi faceva fatica con la scrittura, chi con la matematica, chi con la lettura…ma tutti loro hanno compiuto grandi cose e così è per voi.
Non sentitevi mai soli, siete tanti e siete una delle parti migliori dell’Umanità.

Fonte: L’Adige.it

04/10/2012