BARI. Non che “da grande” debba fare per forza la psicologa, ma Rosanna ci tiene tanto ad approfondire quelle nozioni. «Lei ha scelto psicologia perché deve capire la mente umana», sorride Mimma, 47 anni, da 45 al fianco di sua figlia, nell’abitazione di Ruvo di Puglia. La storia di Rosanna Lovino, 19 enne con gravi disabilità, pubblicata ieri da Repubblica, ha rimbalzato in buona parte degli Atenei italiani, per tornare a Bari, dove fanno sapere che la neodiplomata è bene accetta.
Attaccata a un respiratore, ad elevato rischio di contrarre infezioni e impossibilitata a uscire di casa, Rosanna ha fame di sapere. «A tre anni e mezzo conosceva la geometria — racconta mamma Mimma — Durante il suo ricovero durato un anno e mezzo in Rianimazione ad Andria e cominciato quando aveva solo 20 mesi, tutti noi le abbiamo insegnato qualcosa ».
A un anno e mezzo, infatti, si sono palesati i segni di una gravissima patologia, molto rara nel sud Italia, che le impedisce la crescita corporea ma che lascia fortunatamente integro e perfettamente funzionante il cervello: «Entrava il medico e le insegnava una cosa, poi andavo io e facevo la stessa cosa — ricorda Mimma — poi l’infermiere le leggeva le poesie, a tre anni e mezzo è stata la volta delle figure geometriche, quando sapeva già leggere perfettamente
».
Il metodo basato sull’utilizzo di una webcam collegata con l’aula scolastica è stato inaugurato quando ha raggiunto la prima importante soglia delle elementari. «Sono 13 anni che studia così, era certa che all’università non ci sarebbero stati problemi — racconta la sua mamma — Ne ha fatte tante, poi quando ha avuto le risposte negative dagli Atenei è
entrata nello sconforto, ha detto “non faccio più nulla”. Ma poi era sempre lei stessa a ribellarsi: “ma perché non devo fare psicologia?” ».
Ieri le numerose offerte, magari non proprio spontanee, ma importanti. «Non se l’aspettava, è contenta, ha detto: “Mamma, non è tutto perso, posso realizzare il mio sogno”. Il suo sogno è studiare, lei non può uscire come
tutti gli altri, lo studio per lei è tutto ». In posizione sdraiata tutto il giorno, tranne quando mangia (sta seduta), surriscalda il suo computer al quale trasmette comandi con una tastiera facilitata dotata di due mouse: uno in mano che fa da puntatore, l’altro cliccato con l’alluce.
E adesso Rosanna può scegliere se frequentare le diverse Università telematiche che le hanno scritto ieri, quella dell’Aquila o di Chieti — Pescara. O l’Università di Bari che, tiene a precisare, non è stata mai contattata dalla studentessa: «Qualora intendesse iscriversi al corso di Scienze e Tecniche psicologiche (attivo presso la Facoltà di Scienze della Formazione) — fanno sapere — l’Ateneo non avrebbe alcuna difficoltà ad accoglierla. Verrebbero studiate le misure atte a garantire ogni opportunità come oramai da alcuni anni si opera nei confronti degli studenti diversamente abili che sono circa 700, affetti dalle più diverse patologie. È infatti attivo un ufficio ad hoc, guidato da un docente delegato alle diverse abilità presso il quale discutere di tutti i problemi legati alle necessità dei singoli, anche quelli affetti dalle patologie più invalidanti».
«Adesso vediamo — ride ancora mamma Mimma — Rosanna non programma mai niente».
Fonte: La Repubblica.it
16/08/2012