ROMA. Il Quirinale "non è il palazzo di tutti gli italiani": chi ha una disabilità fa fatica a visitarlo. La denuncia arriva da un ragazzo di 13 anni con disabilità: non è riuscito, insieme allo zio, a entrare nell’ufficio prenotazioni di via della Dataria. Inaccessibile. E così, stupefatto, ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Mattarella. "Sono A., un ragazzetto disabile di tredici anni che dalla nascita è costretto a muoversi su una sedia a rotelle – scrive -. Questa mattina, passando per la piazza del Quirinale per andare a vedere la mostra alle Scuderie accompagnato dallo zio Ernesto, ho notato una piccola folla che aspettava di entrare nel palazzo per visitare la cappella Paolina". A. si è incuriosito, ha chiesto informazioni ed è stato indirizzato all’ufficio prenotazioni. Qui la brutta sorpresa: "Arrivato davanti alla porta, sono stato bloccato da tre altissimi gradini". Per A., una grande delusione: "Trovo riprovevole che coloro che si occupano di far sentire il Quirinale il palazzo di tutti gli italiani, e anche di tutti i cittadini residenti nel nostro bel paese, non abbiano mostrato la giusta sensibilità nei confronti di noi cittadini portatori di un handicap".
E le barriere non si limitano all’ufficio prenotazioni, visto che "tutta la zona del Quirinale è un percorso a ostacoli, che noi disabili dobbiamo affrontare tra mille difficoltà". E A. invita il presidente Mattarella a verificare con i propri occhi, anzi con le proprie gambe: "Provi a fare quello che ho fatto stamattina: via della Consulta è un insieme di sampietrini sconnessi, via XX Settembre ha marciapiedi piccolissimi, che davanti al quadrivio delle Quattro Fontane quasi scompaiono. Nella chiesa sono potuto entrare solo chiedendo aiuto a dei turisti stranieri, che mi hanno sollevato con la carrozzina". A. si preoccupa non solo per sé e per quelli come lui, ma anche per il proprio Paese: "Che immagine dà dell’Italia la sua più alta e rappresentativa istituzione? Quale messaggio comunica questa così scarsa attenzione ai problemi di molti? Accolga questo mio messaggio come una vera e propria tirata di orecchie – conclude A. – e nello stesso tempo lo consideri un pungolo, affinché l’istituzione, che Lei rappresenta in questo modo così alto e rispettabile, sia da esempio a tutte le altre amministrazioni". Per ora, nessuna risposta dalla presidenza. Ma A. e lo zio attendono con fiducia.
Fonte: Globalist.it
29/04/2016