25 associazioni chiedono una legge sulla non autosufficienza: "grandi disponibilità, nessuna certezza. Eppure basterebbe uno studio di fattibilità dell’azienda sanitaria per dimostrare il risparmio che si otterrebbe, ma lo studio non esiste ed ahimè non esistono dati in assessorato o, se ci sono, non vengono resi pubblici"
PESCARA – La protesta delle associazioni dei disabili arriva in consiglio regionale, per voce della consigliera del Pd Marinella Sclocco. Dopo la lettera inviata da Gelsumini e Di Domenica nei giorni scorsi, in cui si denunciava la mancanza di dati su disabilità e istituzionalizzazione nella regione, la questione arriva sui banchi dell’amministrazione locale: "Politiche economiche e imprenditoriali miopi spingono a contenere la spesa sociale. L’Abruzzo non può permettersi si avere questa stessa visione. Anche in un periodo di crisi e tenendo conto delle esigue risorse disponibili, si può riformare l’assistenza sociale, in modo da garantire efficacia ed equità. Purché non si persegua solo il contenimento della spesa pubblica. Sono passati 12 mesi e siamo ancora alle stesse problematiche da affrontare. Il percorso avviato dalla legge quadro sull’assistenza sociale non è mai stato completato neanche in Abruzzo. Il settore attende da tempo una riforma quadro che tracci le linee del welfare in Abruzzo. La legge sulla famiglia è di quasi dieci anni fa, e la nostra non è mai stata discussa in commissione, così come non è stata mai discussa in commissione la legge sul garante dell’infanzia".
Per quanto riguarda, in particolare, la legge sulla non autosufficienza, chiesta a gran voce da una cordata di 25 associazioni, si registrano "grandi disponibilità, poche anzi nessuna certezza. Eppure basterebbe uno studio di fattibilità dell’azienda sanitaria per dimostrare il risparmio che si otterrebbe, ma lo studio non esiste ed ahimè non esistono dati in assessorato o, se ci sono, non vengono resi pubblici. Gli assessorati, o meglio le strutture sociali e sanitarie in Abruzzo non comunicano. Tutto ciò che mi preoccupava si è purtroppo realizzato: le cooperative che hanno resistito alla crisi sono in ginocchio e devono ancora ricevere il rimborso per l’anno 2009, servizi sociali scarsi, sindaci che non sanno come garantire le loro continuazione, l’inclusione sociale relegata quasi esclusivamente alla formazione con il fondo sociale europeo". Per quanto riguarda infine la legge 13 del 1989 per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici, "la legge è senza fondi: rivediamone dunque i criteri, ma non lasciamo le persone prigioniere in casa propria".
Fonte: Superabile.it
04/01/2012