Giornata mondiale. La Federazione Fantasia: "La conoscenza scientifica, che negli ultimi anni è molto progredita, conferma che le cause sono tutte di natura organica". Hanau (Angsa): "Conta di più l’età del padre"
ROMA – "La conoscenza scientifica dell’autismo, che negli ultimi anni è molto progredita soprattutto nei campi della genetica e dell’epidemiologia, conferma che le cause sono tutte di natura organica". Lo afferma Fantasia, la Federazione nazionale delle associazioni a tutela delle persone con autismo e sindrome di Apserger in occasione dalla VI Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo che si celebra il 2 aprile. "Sono state individuate ben sette mutazioni de novo – ci spiega il professor Carlo Hanau (Angsa onlus) -, cioè mutazioni non genetiche, di cui non sono portatori i genitori. L’autismo non è quindi un problema genetico". Dal punto di vista epidemiologico e statistico, poi, si è visto che "conta di più l’età del padre: la maggior parte dei bambini autistici hanno genitori con età più avanzata". Certo è che regna ancora molta incertezza sulle cause dell’insorgere della malattia. "La ricerca è fondamentale per cancellare i falsi pregiudizi – afferma la federazione Fantasia -, per arrestare i ciarlatani che vendono terapie inefficaci e persino dannose, per trovare terapie efficaci in tutte le patologie che possono essere all’origine di questi disturbi".
La linea guida 21. E a proposito di trattamenti, l’Italia si è dotata circa un anno fa della Linea guida 21 "Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti" redatta dall’Istituto superione di sanità. A novembre scorso la Conferenza Unificata di Stato, Regioni ed Enti Locali ha approvato, con importanti aggiunte per gli adulti, le Linee di indirizzo per l’applicazione della Linea guida n.21, che in tal modo è divenuta vincolante in tutte le regioni e per tutti i servizi sociali, sanitari e scolastici che devono lavorare in modo integrato, assicurando la continuità della presa in carico.
Grosse polemiche avevano accompagnato la pubblicazione della Linea guida: in particolare una parte della comunità scientifica ne contestava la troppa attenzione riservata alle terapie cognitivo-comportamentali (uno dei pilastri del trattamento è il lavoro sul comportamento per interrompere le connessioni fra le situazioni problematiche e le reazioni abituali ad esse) rispetto ai trattamenti della psicologia dinamica (derivante anche dalla psicoanalisi, legge il disturbo psicologico come risposta inadeguata alla realtà causata da meccanismi di difesa assunti in periodi critici, spesso dell’età infantile: in questo caso il lavoro terapeutico consiste nel far riaffiorare le radici del conflitto che hanno causato le difficoltà di relazione con il mondo reale, ed è centrale il lavoro sull’io). Una diatriba che ha visto in prima fila, tra i detrattori del documento dell’Iss, coloro che sostengono che gli approcci all’autismo devono essere molteplici in nome della "libertà di cura" e di un approccio "non unilaterale". Ad essi ha risposto, oltre all’altro fronte del mondo scientifico che si ritrova nella Linea guida, anche il mondo dell’associazionismo che attraverso la Fish (Federazione nazionale superamento handicap), che parlò di "tentativi lobbistici di screditare il lavoro".
Cosa resta di quella polemica oggi, quando le linee guida sono oramai vincolanti per tutte le regioni e i servizi? Resta – è l’analisi di Carlo Hanau, che con l’Angsa è stato fautore e sostenitore della Linea guida 21 – "il freno che questi detrattori hanno tirato perché tutto vada il più lentamente possibile". E – così interpreta Hanau – "probabilmente il problema alla base della diatriba è occupazionale, e qualcuno lo ha pure dichiarato: se gli approcci terapeutici sono diversi, che fanno questi psicologi? Potrebbero ampliare le loro competenze. In alternativa, per loro più tempo si perde, meglio è".
Fonte: Superabile.it
02/04/2013