In Parlamento il caso di Matteo, alunno autistico costretto a ritirarsi da scuola

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A 18 anni ha scoperto di avere la retinite pigmentosa. Oggi ne ha 35 e negli ultimi 17 ha visto buona parte del mondo. A partire da Bali. Dopo 200 giorni attraverso l’Europa col marito, ora è in Thailandia. "Sapere che sto per diventare cieca ha acceso la mia voglia di vedere il mondo"

BOLOGNA – Una diagnosi inaspettata durante un normale controllo della vista. È così che l’australiana Lara Miller ha scoperto di avere la retinite pigmentosa, una malattia degenerativa che le causa una accentuata visione a tunnel e cecità notturna. Entrambe in continuo peggioramento. Anche se non è stato facile fare i conti con la malattia e con il progressivo deterioramento della vista, Lara – che all’epoca aveva 18 anni – racconta sul suo blog che la sua prima reazione è stata di accettare la diagnosi. "Ho incoraggiato me stessa a rivalutare il mio stile di vita, ho lasciato l’università e ho cambiato l’aspirazione ad avere una carriera con quella di cercare esperienze, magari non tradizionali, che avrebbero potuto arricchirmi da un altro punto di vista". La svolta è arrivata grazie a uno zio che le ha regalato una vacanza a Bali, per essere stata "una ragazzina coraggiosa". È stato il suo primo viaggio oltreoceano. Ma di certo non l’ultimo. Oggi Lara ha 35 anni e negli ultimi 17 ha viaggiato molto, raccogliendo centinaia di memorie, sottoforma di esperienze, amicizie, fotografie e realizzando un sogno: vedere più cose possibile, finché ancora ne è in grado. Dopo Bali, lei e il marito David hanno viaggiato per 200 giorni attraverso l’Europa, occupando il loro tempo "scattando fotografie, mangiando, scrivendo, camminando, incontrando persone e immergendoci nella vita locale". Prima tappa l’Italia: sei settimane tra costiera amalfitana, Pompei, Roma, Firenze e la Toscana. Poi Svizzera, Svezia, Inghilterra, Irlanda e Norvegia. Per poi volare in Thailandia. Nel suo profilo di Instagram – seguito da oltre 100 mila persone – Lara pubblica foto di panorami, architetture, persone, cose, animali.

"Sono una persona con problemi visivi e, in viaggio, devo ricordarmi di ridere", scrive sul suo blog. E racconta di quando, sulla costiera amalfitana, ha avuto bisogno dell’aiuto di un anziano signore italiano per affrontare una scalinata con oltre 100 scalini o della fotografia che ritrae il momento in cui è riuscita a inciampare nell’unico tronco presente su una altrimenti deserta spiaggia di sabbia nera in Islanda.

Attraverso gli scatti del marito, Lara riesce a vedere più di quanto la circonda, incorniciato in un modo diverso. "In Islanda non ho potuto vedere direttamente l’aurora boreale – scrive – Sono rimasta lì, al buio, tenendomi al treppiede che mio marito aveva piazzato per catturare l’immagine di quel turbinoso fenomeno. Ho ascoltato gli altri muoversi liberamente nell’oscurità sulla cima di quella montagna gelida e ventosa e ho vissuto un momento di profonda tristezza, ricordandomi di quanto poco io riesca a vedere adesso".

Lara non sa se e quando diventerà completamente cieca, e questo la spaventa, ma restare immobile, non fare esperienze, non amare e non viaggiare è ancora più terribile. "Amore, famiglia, connessioni con altre culture e persone, nuovi gusti, panorami mozzafiato, la sensazione di appartenere a un posto straniero, giocare a palle di neve, accarezzare animali, ridere, i muscoli doloranti per aver raggiunto la cima, creare memorie, ascoltare e imparare, capire oltre la superficie – scrive – Sto perdendo la vista e non posso farci niente, ma sento che sto vedendo tutto ciò che conta".

Fonte: Superabile.it

09/04/2015