Iniziative dal buon esito in Sardegna e in Abruzzo

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Ordinanza a favore degli alunni e studenti disabili dopo i ricorsi collettivi presentati da 45 famiglie che esigevano il pieno diritto all’istruzione.

LUCCA. Riconoscere fin da subito le ore di sostegno negate. A dirlo è l’ordinanza cautelare del Tar Toscana del 10 gennaio scorso, che si è espresso dopo i ricorsi collettivi di quarantacinque famiglie, tra Lucca e Pisa, assistite dall’avvocato Marco Tavernese. È una buona notizia quella che è stata da poco comunicata alle famiglie dei venticinque studenti disabili ai quali erano state ridotte le ore di sostegno, negando loro, di fatto, il pieno diritto all’istruzione. Per altri otto alunni, invece, il Tar ha preso atto dello “spontaneo” aumento delle ore di sostegno didattico da parte delle scuole, in seguito alla presentazione dei ricorsi. Sono i Cobas Scuola, insieme al Coordinamento scuola pubblica bene comune, a rendere noto questo primo importante successo. «Dopo anni di denunce e mobilitazioni contro la carenza degli insegnanti di sostegno – spiega il professore Sebastiano Ortu – come coordinamento, come Cobas scuola, associazioni e singoli insegnanti esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per questo primo risultato. Sappiamo, tuttavia, che il percorso avviato non è ancora giunto alla sua definitiva conclusione». In particolare il Tar Toscana ha confermato in maniera inequivocabile che il diritto all’integrazione e all’istruzione, mediante le ore di sostegno, è un diritto soggettivo assoluto, non derogabile per motivi economici o di organico. «In 25 casi su 45 – conclude Ortu – il ricorso è stato accolto integralmente. In otto casi, da aggiungere ai precedenti 25 (e quindi si arriva a 33 su 45), la mobilitazione delle famiglie ha conseguito comunque gli effetti voluti, perché proprio in seguito alla presentazione del ricorso, le scuole hanno aumentato le ore agli alunni. Per gli altri dodici studenti, il Tar non ha, momentaneamente, concesso il provvedimento d’urgenza, perché il Pei (piano educativo individualizzato) in alcuni casi non indicava le ore di sostegno (anche se sarebbe obbligatorio), in altri ne indicava un numero inferiore a quanto richiesto, nonostante la gravità dell’handicap. Entro la prossima udienza, comunque, che si terrà il 2 aprile, sarà possibile, se le scuole collaboreranno, integrare la documentazione. Da parte nostra, a questo punto rafforzati da un riconoscimento anche giuridico di ciò che andiamo affermando da quattro anni, continueremo a vigilare affinché le amministrazioni scolastiche provvedano, come intimato nel provvedimento, ad integrare le ore di sostegno dovute entro 30 giorni dall’emissione dell’ordinanza (quindi entro e non oltre il 9 febbraio). In caso di inerzia dell’amministrazione, il Tar, come richiesto dall’avvocato Tavernese, ha già nominato il direttore dell’Usr della Toscana e il capo dipartimento del Miur quali commissari ad acta incaricati di dare esecuzione all’ordinanza». Continua intanto la campagna per i ricorsi collettivi: diverse famiglie sono già pronte per presentare tutte le carte al Tar, mentre a breve riprenderanno gli incontri con i genitori per sensibilizzarli sulla tematica e per coinvolgerli nell’azione legale. A quanto pare, e purtroppo, l’unica possibile per vedersi riconosciuto un diritto costituzionale.

di Nadia Davini

Fonte: Il Tirreno.it

03/02/2014