Insonnia cronica: alcuni aspetti cognitivi e comportamentali

Insonnia cronica: alcuni aspetti cognitivi e comportamentali

| 0

ROMA. Simone ha 24 anni, tra due settimane andrà all’ultimo anno dell’Istituto tecnico Ruiz di Roma e nella sua vita ha cambiato almeno dieci insegnanti di sostegno. Mentre «nel caso di Simone che è un ragazzo con plurimenomazione, è importante avere un punto di riferimento», dice la madre Luciana Gennari, che nella consulta sulla disabilità del suo Municipio, ora aiuta e consiglia gli altri genitori. «Farlo arrivare fin qui è stata una corsa a ostacoli», spiega la signora, che fin dalla scuola materna ha voluto che suo figlio, che è cerebroleso grave, avesse una vita il più possibile «normale» a contatto con i coetanei. «Gli ostacoli si sfoga sono non solo la discontinuità, ma soprattutto l’impreparazione». «Simone è stato affidato a insegnanti che non avevano alcuna conoscenza sulla disabilità. E non ci si può improvvisare», aggiunge. Alle superiori ha trovato degli insegnanti capaci, in grado di tenerlo in classe e impegnarlo in attività come la musica. E la madre ora lo vede sereno, ma «il periodo più difficile è stato in prima media», quando il suo «aggancio» con la classe è stato un insegnante di sostegno che era un maestro di musica: «Tornava a casa sofferente. E non ha mai fatto lezione con gli altri studenti. Stava sempre chiuso in una stanza e non so se venisse abbandonato a se stesso». Eppure «l’inclusione dei disabili è pensata per far stare i ragazzi tutti assieme. E per realizzarla occorre trovare persone che ci credono. Insegnanti di sostegno e non». «Se la scuola è intelligente conclude deve avere un progetto formativo per tutti». (M.D.G.)

Fonte: Il Corriere della Sera.it

02/09/2013