Intelligenza artificiale: la ricerca dell’Inail al servizio dei lavoratori – 01/08/2011

Intelligenza artificiale: la ricerca dell’Inail al servizio dei lavoratori – 01/08/2011

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L’amore supera i pregiudizi. Ma c’è bisogno di risorse

Ho conosciuto mio marito a 17 anni, a 20 ci siamo sposati. Alcuni pensavano che il mio fidanzato fosse coraggioso a sposare una disabile, altri erano convinti che si stesse inguaiando, perché si pensa sempre che un disabile non sia in grado di costruirsi un avvenire. In certi casi è vero, ma la mia vita matrimoniale è stata, ed è, soddisfacente e, a tre anni dalle nozze, è nata nostra figlia ed è stupefacente notare come un bambino capisca le difficoltà del genitore disabile. Come per tutte le coppie, per noi contano collaborazione e dialogo. E qualche momento insieme per riscoprire il valore dell’amore.

Risponde
Franco Bomprezzi
Giornalista, esperto in diritti delle persone disabili

Questa lettera, che non chiede nulla ma restituisce molto, a tutti noi, è bellissima. Dà il senso vero di una cultura dei diritti vissuta in prima persona, durante un’intera esistenza. La condizione di disabilità, infatti, può riguardare ciascuno di noi, in ogni momento della vita, non solo alla nascita, non solo nella vecchiaia. La nostra lettrice è riuscita a combattere contro i pregiudizi della società, e immagino della famiglia, e a vincere. Non voglio essere retorico, ma certamente la motivazione forte dell’amore per un’altra persona, e poi la gioia di mettere al mondo un bambino, e dunque un doppio progetto di vita, quello di coppia, e quello di genitori, è stata la molla per affrontare in modo corretto le difficoltà, i disagi, le piccole e grandi vessazioni, spesso soprattutto psicologiche, che accompagnano l’esistenza di una persona con disabilità. Mi permetto di segnalare che questa lettera conferma ciò che spesso viene messo in discussione, anche di recente, attraverso provvedimenti che tolgono risorse e complicano l’accesso ai servizi, agli ausili, alle agevolazioni fiscali, ai benefici di legge: ossia il diritto di cittadinanza piena, non residuale, di persone che, messe in grado di esprimersi al meglio, possono rappresentare, per il nostro Paese, una grande risorsa, anche morale.

Fonte: corriere.it

27/07/2011