ROMA – Lo stato vegetativo deve essere diagnosticato senza connotarlo con gli aggettivi di ‘persistente’ o ‘permanente’, ma indicando, insieme alla sua presenza in una data persona, la causa che lo ha determinato e la sua durata in settimane o mesi. E’ la sintesi che si legge nel documento conclusivo redatto dalla Commissione ministeriale sugli stati vegetativi, gruppo di lavoro presieduto dal Sottosegretario Eugenia Roccella, presentato questo pomeriggio al ministero della Salute. Benche’ non sia possibile parlare in assoluto di irreversibilita’ della condizione, quando la persona in stato vegetativo raggiunge la stabilita’ clinica ed entra in una fase di cronicita’, continua il documento, essa deve essere considerata persona con ‘gravissima disabilita’”.
Allo stato attuale delle conoscenze, il gruppo di lavoro ritiene che non possa essere esclusa la presenza di elementi di coscienza nei pazienti in SV, ma che il livello e la qualita’ di tali elementi di coscienza variano verosimilmente da paziente a paziente, anche in dipendenza dal contesto ambientale. Inoltre, in caso di recupero tardivo, deve essere atteso un livello di funzionamento molto probabilmente compromesso. Sembrerebbe inoltre che non possa essere escluso in assoluto un miglioramento delle funzioni cognitive, anche a distanza di molti anni dall’evento, a seguito di processi rigenerativi e di riorganizzazione plastica delle strutture cerebrali. Scorrendo la sintesi del Documento si apprende che il Gruppo di lavoro ritiene opportuno raccomandare che, in futuro, gli studi sulla riabilitazione dei pazienti in SV e in stato di minima coscienza possano essere effettuati utilizzando i risultati della risonanza magnetica funzionale cerebrale come guida per la pianificazione degli interventi.
“Questo lavoro a cui tengo moltissimo e’ stato portato avanti su due livelli – ha spiegato a margine della presentazione l’onorevole Roccella – da una parte la Commissione scientifica composta da esperti del settore e dall’altra le associazioni di pazienti e familiari, tutte convocate al tavolo istituzionale del ministero. Il loro lavoro ha prodotto il Libro Bianco, prima esperienza simile tra persone che vivono questo disagio” ha concluso Roccella. (AGI)
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Fonte: disalblog.it
08/06/2010